Emergenza rifiuti a Roma, Albano non può chiudere: proroga per la discarica

Dall'Aurelio a Ostiense, cassonetti stracolmi di immondizia

Emergenza rifiuti a Roma, Albano non può chiudere: proroga per la discarica
di Francesco Pacifico
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 07:04 - Ultimo aggiornamento: 07:06

Anche ieri alcuni quartieri di Roma si sono svegliati con i cassonetti traboccanti e i sacchetti di spazzatura sui marciapiedi. Pezzi dell'Aurelio, la Balduina, l'Ostiense, la Garbatella, zone che ancora scontano i ritardi nella raccolta, legati alla maxi produzione di rifiuti (quasi 30mila tonnellate in più) registrata durante le feste di Natale, con l'aumento di carta e cartoni per gli imballaggi dei regali e dell'organico per i resti di pranzi e cenoni.
Vista la situazione, il Campidoglio ha spinto e ha ottenuto l'ennesima proroga per tenere aperta la discarica di Albano Laziale. Avrebbe dovuto chiudere oggi, invece nella stessa giornata Roberto Gualtieri, in qualità di presidente della Città metropolitana, dovrebbe già firmare un'ordinanza per permettere ai camion di Ama e dei Tmb fornitori di poter conferire i loro materiali nell'impianto della città dei Castelli. Qui non sembrano aver preso bene questa scelta: in quest'ottica sono sempre di più i camion con i rifiuti rispediti indietro, perché trasportano scarti troppo sporchi, cioè non stabilizzati ed essiccati a sufficienza e che perdono liquidami.

Rifiuti a Roma, dopo le feste caos raccolta spazzatura davanti ai bidoni


Questa decisione è stata presa giovedì in un vertice in Prefettura con i commissari del sito e gli enti locali coinvolti: fino all'8 febbraio Roma potrà continuare a portare circa mille tonnellate rifiuti al giorno. Lo spazio disponibile nel catino di Roncigliano è poco e da Palazzo Valentini fanno sapere che dopo febbraio, con il riempimento del settimo invaso, partirà la bonifica del sito e il conseguente capping, il cappotto, coprendo le collinette di materiali con terriccio.
In quest'ottica la società che gestisce quel pezzo della discarica, la Ecoambiente ha versato a dicembre alla Regione l'entità per una fideiussione, necessaria per finanziare le attività di post mortem.
Questi sono i propositi. Ma non è escluso a priori che l'impianto possa andare avanti per altre poche settimane, se ci fosse la possibilità di ospitare ancora rifiuti. Ma in quel caso servirebbe un'ulteriore proroga. Intanto il Comune e la sua controllata Ama - e in ottica del futuro termovalorizzatore - vanno avanti con la sua strategia di ricorrere quanto meno possibile alle discariche per i loro rifiuti. La municipalizzata ha concluso una serie di contratti per tutto il 2023 per mandare a trattare e smaltire 300mila tonnellate all'estero (contro le 50mila del 2022) e 600mila tra i pochi siti rimasti nel Lazio e quelli nelle altre regioni italiane. Una scelta che costerà all'azienda almeno 13 milioni di euro in più sulla spesa complessiva dei conferimenti, che lo scorso anno ha toccato i 170 milioni.
Parallelamente, però, questo scenario potrebbe cambiare se la prossima amministrazione regionale riuscisse a sbloccare l'autorizzazione per il catino di Magliano Romano o l'ampliamento del quinto bacino della discarica di Rocca Secca, nel frusinate, oggi congelato.

 


IL COLLAUDO
Sempre sul fronte dei nuovi impianti oggi parte il collaudo del Tmb di Guidonia Montecelio, che fa parte della galassia Cerroni. La struttura inizierà ad accogliere i primi rifiuti (100 al giorno) che nell'arco di sei mesi saliranno a 600. Soltanto dopo quella data la Regione deciderà se completare l'Aia (autorizzazione d'impatto ambientale).
Intanto già oggi la popolazione è pronta a fare le barricate. Per questa mattina alle 9 è stato organizzato dal coordinamento cittadino e alcuni consiglieri d'opposizione un sit in a via dell'Inviolata all'incrocio con la SP 48, con l'obiettivo di respingere i mezzi in arrivo da Roma.
 

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