Rifiuti a Roma, scene da dopo-feste. Le case piene di regali appena scartati, i frigoriferi colmi dei piatti della festa avanzati dalle tavole imbandite. Per strada l'altra faccia della medaglia, con i cassonetti traboccanti, e tante, tante scatole di cartone lungo i marciapiedi. Il Santo Stefano della Capitale, e per certi versi pure il San Giovanni Evangelista del 27 dicembre, per parecchi romani ha avuto questo volto. Che subito, complici gli smartphone, è passato sui social e ha dato benzina all'opposizione, che ha parlato di «pattumiera a cielo aperto» ed «emergenza perenne».
Ma Ama, l'azienda capitolina dei rifiuti, ha fatto sapere in serata che «le operazioni di pulizia e raccolta si stanno svolgendo regolarmente» e che anzi «l'ingente quantità di rifiuti prodotta come sempre durante la notte di Natale è stata nella quasi totalità raccolta entro la giornata di ieri», Santo Stefano.
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Uno sforzo che però evidentemente non ha convinto l'opposizione: «Mentre il sindaco Gualtieri è intento ad organizzare concerti e festicciole varie - affermano i consiglieri di FdI Federico Rocca e Rachele Mussolini - in città rifiuti ovunque e raccolta inesistente. Una cartolina desolante che rischia di far inorridire gli ispettori di Expo 2030 attesi a breve. Il sindaco ha puntato tutto sul termovalorizzatore, che non vedrà la luce prima del 2026». Per Fabrizio Santori, capogruppo della Lega, «Ama registra l'ennesimo flop: a nulla sono serviti gli accordi per aumentare il personale nei festivi con bonus e premi di risultato. La vera vergogna è il fatto che Roma sui rifiuti è sempre in emergenza e che il suo ciclo di smaltimento dipende da fattori esterni».