Roma, residenti contro il campo rom di via di Salone: «Chiudetelo, servono parcheggi e bus»

I comitati lamentano continui furti in zona e danneggiamenti alle auto: "Siamo isolati, manca una navetta di collegamento con l'unica ferrovia"

Roma, residenti contro il campo rom di via di Salone: «Chiudetelo, servono parcheggi e bus»
di Giampiero Valenza
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Giovedì 9 Novembre 2023, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 06:36

A Piovarolo il neoassunto capostazione di terza classe Antonio La Quaglia, Totò, faceva servizio per due soli treni al giorno. Oggi, per quella stessa stazione (un set fu allestito proprio in quella di via di Salone) ci passano al massimo tre treni all'ora, principalmente per Roma Tiburtina e Lunghezza. E la piccola stazioncina deserta di Piovarolo, vive con una spada di Damocle sulla testa: il campo rom a pochissima distanza. Per questa ragione, continua a essere praticamente deserta. Sperduta, un po' come la sua gemella Piovarolo.
I cittadini hanno paura a prendere il treno e puntano i piedi: vogliono la definitiva chiusura del campo di via di Salone e la riqualificazione della stazione della linea Fl2 che servirebbe i residenti di Settecamini, Case Rosse e del Tecnopolo Tiburtino. In una lettera al presidente della Regione Francesco Rocca, al sindaco Roberto Gualtieri, al presidente del VI Municipio Nicola Franco, chiedono di realizzare «un parcheggio di scambio a servizio dei viaggiatori della stazione ferroviaria al posto del campo nomadi» e, nei 30.000 metri quadri dell'area, di creare «un'isola ecologica», a servizio dei quartieri e delle aziende della Tiburtina Valley.

LA CRITICITÀ

La stazione vive da tempo questo rapporto davvero pesante con il campo rom: già venne chiusa dal 2002 al 2010 per motivi di ordine pubblico e per riaprirla sono stati investiti circa 3 milioni di euro. «Commettevano atti vandalici oltre che alle auto anche ai treni e ai passeggeri», racconta Caterina Crimeni, presidente del Comitato di quartiere di Settecamini.

Ma per i residenti, ancora oggi, è praticamente inutilizzabile. «Abbiamo paura perché continuano a esserci furti e danneggiamenti alle auto parcheggiate - spiega Crimeni - Il campo va chiuso ed è necessario sviluppare un progetto concreto di riqualificazione dell'intera area». Quindi, secondo i residenti il recupero del quartiere passa attraverso il superamento definitivo del campo rom.

«Su questo già il presidente del VI Municipio ha dimostrato interesse e volontà a procedere - prosegue la presidente del Comitato di quartiere di Settecamini - Subiamo oltre al danno anche la beffa: viviamo in una situazione di sicurezza precaria, per questo chiediamo il ripristino di una situazione di legalità, ma anche la scarsa erogazione dei servizi, e di servizi essenziali». «Abbiamo avviato un progetto per il superamento del campo - dice il presidente del VI Nicola Franco - Via di Salone è l'unico di Roma che non aveva associazioni che vi operavano. Oggi c'è una rete e grazie a un censimento sappiamo che ci sono circa 350 rom: è il suo minimo storico. L'età media è di 23 anni e loro stessi ci hanno detto che da lì vogliono andar via. Grazie a un progetto di avviamento al lavoro e di formazione entro il 2026 contiamo sulla loro uscita e sulla definitiva chiusura della struttura».

LA MOBILITÀ

I quartieri di Settecamini e Case Rosse sono serviti solo dalle linee 040, 041 e 043. Ci vivono, in pratica, quasi tutti pendolari. Manca una scuola superiore e i ragazzi sono costretti a spostarsi verso il centro della città. Un po' come a Piovarolo, in sostanza, c'è poco o niente. «Ci sono grandissimi problemi di collegamento con i mezzi pubblici, tanto che fino a quando non sarà chiuso il campo - dice la presidente Crimeni - un servizio navetta è assolutamente indispensabile dal momento che non vi sarebbe altro modo di raggiungere la stazione a causa della paura di atti vandalici ai danni delle auto parcheggiate in prossimità della stazione». Per questa ragione i residenti propongono un collegamento che colleghi la stazione di Salone al quartiere di Settecamini e che serva anche il Tecnopolo, uno dei luoghi dove si concentrano le imprese hi-tech della Capitale e dove si accendono i riflettori dello sviluppo economico della città. Ma a pochi passi dal campo rom e dalla stazione c'è tutto un altro scenario: le poche auto parcheggiate lungo la via sono quelle abbandonate: rottami di mezzi e furgoncini parcheggiati lungo discariche abusive di calcinacci, elettrodomestici, buste dell'immondizia.

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