Bimba investita all'asilo «perché scambiata per un sacchetto di colore rosa», il pm: due anni alla maestra, uno all'autista

La procura chiede la condanna anche per l’autista che travolse Lavinia Montebove davanti all'istituto privato a Velletri

Bimba investita all'asilo perché scambiata per un sacchetto di colore rosa, il pm: due anni alla maestra
di Karen Leonardi
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Lunedì 27 Novembre 2023, 22:41

«Sono entrambe colpevoli, un minore è onere importante e fondamentale sotto il profilo della vigilanza e della custodia». Si è conclusa con la richiesta di due anni di reclusione per la maestra Francesca Rocca e di un anno per l’investitrice Chiara Colonnelli, la lunga requisitoria tenuta dal pubblico ministero, Giovanni Taglialatela, nell’udienza sul caso di Lavinia Montebove.

La piccola fu investita nel parcheggio dell’asilo nido “La fattoria di mamma Cocca” nel 2018 e i genitori, Massimo e Lara Liotta, non hanno mai smesso di chiedere giustizia per l’incredibile serie di negligenze.

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Bimba investita davanti all'asilo

Il rappresentante dell’accusa ha parlato per quasi due ore nell’aula penale di Velletri, dove si svolge il processo di primo grado per il tragico fatto avvenuto quando la bambina aveva 16 mesi: da allora si trova in stato vegetativo di minima coscienza nella sua stanzetta, seguita e accudita.

Il pm ha definito l’asilo privato (pur non essendo clandestino considerato che c’erano state le comunicazioni rivolte all’Asl) una «struttura con evidenti lacune, abbastanza gravi, con riferimento all’infanzia e all’età in cui erano compresi gli ospiti della struttura, dove ci si attendeva una minima organizzazione nel rispetto dei dispositivi di sicurezza e tutela e in cui ha pesato anche l’assenza di collaboratori, circostanza che ha contributo al verificarsi del fatto». 


LA RICOSTRUZIONE
L’accusa ha ricostruito i drammatici momenti della mattina del 7 agosto 2018, quando i bambini furono portati fuori, nell’area giochi davanti alla scuola e al parcheggio. Poi vennero fatti rientrare, perché la maestra doveva accompagnare uno di loro in bagno. In quel frangente Lavinia, senza essere controllata da nessuno, si era trovata completamente da sola nel parcheggio dove, mentre gattonava, venne investita da Colonnelli, mamma di un’altra bambina iscritta nello stesso asilo. Sono quindi stati «disattesi totalmente - ha detto Taglialatela - gli obblighi di vigilanza, custodia e diligenza, che man mano che sale l’età si attenuano. Con riferimento ai bambini di età materna e asilo nido la giurisprudenza è granitica nel ritenere massimo rigore nel dover prevedere l’imprevedibile». 

 


La maestra e l’investitrice - questo un altro aspetto cruciale della requisitoria - portarono la bimba, ferita, in ospedale, senza chiamare i soccorsi e lasciando gli altri piccoli da soli nell’asilo, circostanza per cui era scattata anche l’ipotesi di l’abbandono di minori per la maestra Rocca, oltre all’accusa di lesioni colpose gravissime. 


LE RESPONSABILITÀ
Taglialatela ha anche ricordato cosa fece la maestra dopo l’investimento: Rocca chiese a una collaboratrice di pulire con l’acqua le macchie di sangue lasciate sull’asfalto da Lavinia. Il pm ha poi valutato la posizione di Chiara Colonnelli e i relativi profili di responsabilità, perché la donna sapeva che in quell’area potevano esserci dei bambini e soprattutto perché la curva fu presa in maniera stretta, come ammesso da lei stessa: c’erano, pertanto, le condizioni perché si potesse evitare l’incidente. La piccola venne scambiata per un sacchetto di colore rosa.

L’udienza si è conclusa con l’intervento dell’avvocato di parte civile, Cristina Spagnolo, che ha ricordato lo stato vegetativo irreversibile in cui si trova oggi la bimba, che ha perso l’infanzia. «Non commentiamo - ha detto il legale della famiglia Montebove - e non entriamo nel merito di quanto richiesto dalla Procura, preferiamo aspettare la sentenza, le valutazioni finali del giudice riguardo all’accertamento delle responsabilità». Il 18 dicembre si terrà la prossima udienza per la discussione della difesa delle due imputate. La sentenza è attesa per il mese di gennaio, quando si esprimerà il giudice Eleonora Panzironi, che in un primo momento aveva richiesto l’astensione dal giudizio.
 

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