Roma, bagni pubblici bocciati: «Sporchi e a pagamento». Ovunque assenti i copriwater monouso

Il rapporto dell’agenzia di controllo: fuori uso tutti i bagni ex Ama

Roma, bagni pubblici bocciati: «Sporchi e a pagamento». Ovunque assenti i copriwater monouso
di Giampiero Valenza
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Domenica 23 Aprile 2023, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 08:51

Nella città famosa (anche) per l'imperatore Vespasiano che mise la tassa sugli orinatoi pubblici, cercare un gabinetto non è impresa facile. Solo in sei casi su dieci sono aperti. A dirlo è un'analisi di Acos, l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale che passa al setaccio i 70 orinatoi messi a disposizione di cittadini e turisti. Ebbene, i tecnici dell'Agenzia li hanno monitorati uno a uno e hanno visto che nel 61% delle ispezioni sono stati aperti, nel 24% sono parsi abbandonati, nel 14% delle rilevazioni erano chiusi per motivi non specificati e in due casi (al bagno in muratura a piazzale del Gianicolo e al P.Stop di via Venti settembre), «non sono stati rispettati gli orari di apertura». Nel report di Acos sono stati considerati 70 gabinetti pubblici: 25 in capo al Dipartimento tutela ambiente, dieci ex Ama (gestiti dalla municipalizzata fino al 2016 e poi non più affidati ad altri), otto in muratura, sette nei parchi, 12 bagni turistici, 11 P.stop e la toilette del Pit di Fori Imperiali, 20 bagni nelle stazioni del trasporto pubblico (18 in metropolitana e due nelle stazioni della ferrovia Roma-Civitacastellana-Viterbo), 13 nei mercati coperti.

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Stando allo studio, i bagni automatizzati ex Ama «versano in uno stato di totale abbandono, nonostante nelle porte di alcuni di essi sia riportato un cartello con il numero di telefono dell'Ufficio bagni pubblici di Roma Capitale». Delle toilette in muratura, che invece sono state trovate aperte il 75% delle volte, «non è mai stata trovata aperta quella a Passeggiata di Ripetta» e una volta ciascuno (durante la rilevazione), quelle di piazza Garibaldi al Gianicolo e alla Salita del Pincio.
Passano la prova, invece, i bagni dei mercati: hanno la più alta percentuale di apertura, il 92%.

Solo in due occasioni si sono riscontrate chiusure, una al mercato Campo Marzio e una al mercato Prati. I bagni dei parchi sono stati trovati chiusi nel 71% delle ispezioni, sebbene (e questa è una nota positiva), siano stati riaperti «dopo un lungo periodo di chiusura», i servizi pubblici di Villa Ada e di Villa Doria Pamphilj. Tra i P.Stop, invece, «sono stati trovati sempre chiusi quelli a piazza Sonnino, a via Venti settembre, a piazza di Porta Maggiore, a largo di Villa Peretti e una sola volta quello a via Carlo Felice». Solo il 34% delle toilette monitorate è risultata essere a ingresso gratuito. Nelle restanti (tutte a pagamento), la possibilità di accedere con l'uso di moneta digitale (quindi, attraverso carta di credito, bancomat e app), c'è stata solo nei P.Stop e nel Pit di Fori Imperiali.

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L'IGIENE
Lo studio di Acos ha anche monitorato le dotazioni igieniche nei bagni aperti. In tutte non si sono visti i copriwater monouso. Nel 94% dei casi è stato trovato un cestino per la raccolta dei rifiuti, ma solo l'1% di questi permetteva la raccolta differenziata. Lo scopino del gabinetto è stato trovato in poco più di un Wc ogni due (il 55%), mentre le dotazioni di asciugamani di carta o elettrici o di sapone liquido si attestano rispettivamente al 73% e al 75%. La carta igienica è risultata presente nell'80% dei gabinetti. La pulizia totale dei bagni ispezionati è stata valutata positivamente nel 67% dei casi (per il 35% sono risultati molto puliti, per il 32% abbastanza puliti). Non puliti sono risultati il 50% dei bagni in muratura, il 46% di quelli dei mercati, il 40% quelli delle stazioni del tpl.
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

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