Atac, nuova inchiesta flambus a Roma: si indaga su altri 31 mezzi. Gli incendi tra il 2020 e il 2022

Il reato è incendio colposo

Atac, nuova inchiesta flambus a Roma: si indaga su altri 31 mezzi. Gli incendi tra il 2020 e il 2022
di Michela Allegri
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Martedì 6 Dicembre 2022, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 11:17

Pezzi di ricambio vecchi, manutenzioni carenti e spesso inefficaci, autobus che viaggiano per le strade di Roma nonostante evidenti problemi di funzionamento, pochi controlli. C'è una nuova maxi-inchiesta sui flambus dell'Atac, i mezzi che prendono fuoco durante la corsa mettendo a rischio la sicurezza di cittadini e conducenti. Mentre in relazione agli incidenti avvenuti dal gennaio all'agosto del 2019 la Procura ha già chiesto il rinvio a giudizio di 14 persone, funzionari della municipalizzata dei trasporti, responsabili delle riparazioni e del parco mezzi, per l'Atac adesso si profila già una nuova grana all'orizzonte.
LA CONSULENZA
Il consulente nominato dai pm Mario Dovinola e Francesco Dall'Olio, l'ingegner Rodolfo Fugger, ha infatti depositato nei giorni scorsi una nuova perizia su altri 31 incidenti più recenti: il dossier riguarda vetture completamente bruciate, o comunque danneggiate, tra il 2020 e il 2022. Anche in questo caso i quesiti a cui ha cui ha dovuto rispondere l'ingegnere erano sull'analisi della «documentazione sulla manutenzione programmata e correttiva per ciascun mezzo interessato, sia preventiva che successiva all'evento», ma pure sull'approvvigionamento dei pezzi di ricambio, sugli interventi effettuati e su quelli saltati.

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Per il momento non ci sono ancora indagati, ma è questione di giorni: l'ipotesi di reato, ancora una volta, è incendio colposo.

I risultati a cui è arrivato Fugger sono praticamente gli stessi raggiunti nelle precedenti consulenze: in molti casi sarebbero stati ignorati i segnali di allarme e la manutenzione non sarebbe stata effettuata in modo efficiente. Nonostante i guasti non fossero stati risolti, infatti, diversi mezzi sarebbero stati rimessi in strada. Già nella vecchia consulenza Fugger descriveva perdite «di fluido infiammabile dal circuito idraulico», mancanza di verifiche di funzionalità, utilizzo di pezzi di ricambio «usurati, ricavati da veicoli in attesa di rottamazione». Una delle cose più gravi rilevate dal consulente era che mezzi considerati «a rischio incendio» continuassero a viaggiare. «Nella scheda di prevenzione incendi vengono segnalate criticità sul circuito idraulico con perdita di fluidi», scriveva Fugger a proposito di uno dei bus distrutti dalle fiamme. E proseguiva: nonostante «le perdite di olio idraulico dai circuiti in pressione rappresentino delle situazioni di forte rischio per innesco degli incendi», la vettura è stata rimessa in servizio. Nella consulenza veniva anche sottolineato che, in molti veicoli, le parti che dovevano essere sostituite sarebbero state rimpiazzate con pezzi danneggiati e che «non possiedono affatto la qualità di quelli originali».

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LE RIMESSE
Una costola della nuova maxi-inchiesta riguarda la questione rimesse e depositi: durante una serie di ispezioni la Procura ha rilevato in molti locali la presenza di sistemi antincendio non a norma, materiale accatastato che ostruiva le uscite di sicurezza, infiltrazioni di acqua piovana vicino ad attrezzature elettriche, legname accanto a liquidi infiammabili, porte tagliafuoco rotte, maniglioni antipanico fuori uso. Gli inquirenti avevano inviato all'azienda comunale un elenco di prescrizioni per risolvere le violazioni da Tor Sapienza a Monte Sacro, da Magliana a Portonaccio, ed evitare un'ulteriore grana giudiziaria.
 

 

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