Ostiense, incendio nel pub della movida: la lunga mano del racket

Bottiglia incendiaria contro la serranda del locale. Allarme dello sportello anti-usura Confcommercio

Ostiense, incendio nel pub della movida: la lunga mano del racket
di Camilla Mozzetti
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Domenica 14 Maggio 2023, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 07:33

Una serranda che prende fuoco, una bottiglia di benzina che viene rinvenuta, nessuna telecamera che cattura volti diversi in azioni che purtroppo si ripetono sempre allo stesso modo. Ostia qualche tempo fa, Ostiense da ultimo.

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Locali commerciali che pure vanno bene o hanno ripreso a lavorare dopo la fine dell'emergenza sanitaria che "stranamente" si trovano a condividere una stessa sorte: la telefonata al numero unico delle emergenze, i vigili del fuoco che arrivano e spengono sul nascere dei roghi, delle seguenti indagini che partono inevitabilmente perché si accerta la natura dolosa dell'incendio.

Nulla accade per caso ma è possibile credere che titolari di ristoranti, bistrot e pizzerie abbiano in molti - moltissimi dei conti in sospeso di natura personale, privata? Secondo l'Ambulatorio anti-usura della Confcommercio le risposte dovrebbero essere cercate altrove. «Provare a dare fuoco ad un locale, senza che questo venga distrutto ma lasciando delle tracce utili a definirne la natura dolosa ha più il sapore di un'intimidazione e purtroppo siamo convinti che le estorsioni o le tentate estorsioni siano in aumento», spiega Luigi Ciatti.

GLI ULTIMI EPISODI

Il 10 maggio scorso, alle cinque del mattino il numero unico per le emergenze registra la chiamata di soccorso da via Ostiense: è divampato un incendio in uno dei locali di zona.

Prende fuoco la saracinesca il titolare è incensurato, i vigili del fuoco intervenendo tempestivamente spengono le fiamme ma trovano una bottiglia semivuota a pochi metri di distanza con del liquido dentro che si accerterà essere benzina. Il pub non ha videosorveglianza, non ci sono testimoni e il titolare riferisce poi ai carabinieri della stazione Garbatella di non aver subito minacce. Ma le indagini sono ancora in corso. Così come sono in corso le verifiche su un altro ristorante incendiato ad Ostia, in via Aristide Carabelli.

La dinamica è la stessa con l'unica variante che, in questo caso, a prendere fuoco non è stata solo la saracinesca. Complice la presenza di alcuni bidoni dell'immondizia le fiamme si sono propagate più velocemente avvolgendo la porta secondaria che porta in cucina. Tutto l'ambiente interno è stato divorato dalle fiamme e il rogo è divampato un lunedì sera, quando il locale era chiuso. Anche in questo caso il proprietario non ha precedenti e, sempre ai carabinieri, disse di non aver ricevuto alcuna minaccia. «Durante la pandemia abbiamo accertato in più di un'occasione - prosegue Luigi Ciatti - il tentativo da parte di non meglio conosciuti soggetti di acquisire l'attività che, gioco forza, si trovava ad affrontare un periodo complicato. Metodi discutibili che hanno portato anche a svariate denunce».

LE INDAGINI

Ora le fiamme che si rincorrono. E può essere che siano firmate da sbandati o da persone che, per motivi personali, ce l'hanno con i proprietari? «Crediamo che siano tentativi di estorsione o intimidazioni il problema però è che, diversamente dal passato, anche le vittime non denunciano», conclude Ciatti. Gli investigatori non si sbilancio, ma oltre ad Ostia e Ostiense ci sono altri episodi, che annoverano anche falegnamerie. Nell'ultimo caso, avvenuto il 10 maggio, non c'era copertura assicurativa: esclusa categoricamente l'ipotesi che sia stato un "sabotaggio" interno per intascare il dovuto dalla copertura.

 

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