Roma, ancora cassonetti in fiamme al Tuscolano: «Non sono vandali, c'è un piano»

Roma, ancora cassonetti in fiamme al Tuscolano: «Non sono vandali, c'è un piano»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 1 Aprile 2018, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 10:20


Sabato prima di Pasqua, sono da poco passate le 18.30, viale Anicio Gallo, vicino alla Tuscolana. Tra le auto parcheggiate, vicino ai palazzi prendono fuoco due cassonetti. Il fumo si alza su tutto il quartiere. I piromani che da due mesi hanno preso di mira questo fazzoletto di territorio, hanno agito di giorno, si sentono intoccabili. La presidente del Municipio VII, Monica Lozzi, ha una dettagliata contabilità dei danni causati dagli incendi: «In due mesi hanno bruciato cento cassonetti e quattro automobili. Ogni cassonetto costa 750 euro, se a questo aggiungiamo i costi molto alti per rimuovere ciò che rimane e diventa rifiuto speciale, il danno è oltre i centomila euro. Andrò io stessa a presentare una denuncia complessiva alle forze dell'ordine. Serve una indagine approfondita, una cosa è certa: non siamo di fronte a dei vandali, a degli sbandati. Qui c'è un disegno, un piano, le cui ragioni ancora non riusciamo a comprendere».

TRACCE
Non è una esagerazione. Anche in altre occasioni la banda che incendia i cassonetti dei rifiuti ha agito di giorno - alle 6.30 del mattino una volta, alle 18.30 un'altra. Devono essere ben organizzati, visto che operano in una zona molto frequentata, dove c'è molto passaggio a piedi e in macchina. Ad Ama ipotizzano che utilizzino una miscela per ritardare il fuoco: fingono di gettare i rifiuti, si allontanano e qualche minuto dopo si accende la fiamma dall'interno del cassonetto. «In alcune occasioni il fuoco ha raggiunto anche le auto - racconta la presidente Lozzi - e ne ha distrutte quattro. Ma se nessuno li ferma, prima o poi il fuoco toccherà anche le case, qualcuno resterà ferito. Per questo ora chiedo agli investigatori una inchiesta approfondita, non cataloghiamo quanto sta avvenendo come semplici azioni dei vandali. Un dato: il 25 marzo ne hanno incendiati 20». Perché bruciare i cassonetti, perfino di giorno, sempre in questo piccolo spicchio di VII Municipio, compreso tra Tuscolana (all'altezza della stazione metro Giulio Agricola), e il parco degli Acquedotti? Perché la banda torna nelle stesse strade, bruciando i cassonetti nuovi che Ama ha portato per sostituire quelli già incendiati in precedenza? Qualcuno vuole lanciare un messaggio al Municipio? La presidente Lozzi ricorda che l'unico provvedimento contestato è stato lo spostamento di quattordici bancarelle che erano sulla Tuscolana, ma si sente di escludere che vi sia una connessione con gli incendi. Anche pensare agli interessi che possono gravitare attorno alle bonifiche necessarie dopo l'incendio dei cassonetti sembra poco utile, non spiega come mai la banda degli incendiari agisca sempre in quel fazzoletto di territorio. «Serve un'indagine, un'indagine vera, e bisogna fare presto perché questa è una emergenza», conclude la presidente del VII.
 

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