Roma, polveriera a Tor Sapienza: ronde dei residenti contro i nomadi

Roma, polveriera a Tor Sapienza: ronde dei residenti contro i nomadi
di Laura Bogliolo
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Giovedì 21 Giugno 2018, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 07:52
Costretti a fare le sentinelle anche di notte per impedire che i rom occupino l'ex centro per immigrati di viale Giorgio Morandi. «L'altra notte si è sfiorata la tragedia, questa è una polveriera» dice il comitato di quartiere Morandi-Cremona, mentre a livello nazionale si parla del censimento dei rom.
Tor Sapienza, periferia disastrata di Roma Est, quella soffocata dai fumi tossici dei roghi appiccati nei campi nomadi di via Salviati e via di Salone. Quella dove nel 2014 scoppiò la cosiddetta «rivolta contro i migranti»: in centinaia scesero in strada per protestare contro il centro di viale Giorgio Morandi dopo che alcune ragazze vennero molestate. Quello stesso centro, libero dal 2015, lunedì sera è stato oggetto di un tentativo di occupazione da parte di una ventina di rom. «Ma alla fine li abbiamo fatti scappare» raccontano i residenti.

LE VEDETTE
Verso le 19 alcune donne del quartiere lanciano l'allarme: «I rom hanno occupato il centro!». «Da giorni - spiegano - vedevamo uno strano movimento di furgoni, poi lunedì è scoppiato il caos».
Decine di inquilini delle case popolari sono scesi in strada, i nomadi sono riusciti a fuggire e a lasciare la struttura. «Ma si sono appostati a qualche decina di metri - racconta Elvio Macario, del comitato di quartiere Morandi-Cremona - stavano aspettando che andassimo via per tornare dentro l'edificio, ma noi siamo rimasti fino all'arrivo della polizia».

IL PARAPIGLIA
Nel frattempo alcuni abitanti sono entrati nel centro per controllare se fosse rimasto qualcuno. All'ultimo piano era stato già allestito un accampamento con decine di materassi, passeggini, fornelletti, coperte. Oggetti che sono stati lanciati dalle finestre da alcuni residenti entrati per controllare che all'interno non ci fosse più nessuno. Il comitato di quartiere ha faticato non poco a sedare gli animi e si è rischiato il linciaggio, quando è apparso di nuovo un gruppo di nomadi. «Erano tornati per tentare un altro blitz - spiega il comitato - si è sfiorata la rissa con alcuni dei residenti che presidiavano l'entrata della struttura, ma fortunatamente è intervenuta la polizia». Tensione alle stelle, spintoni, così è trascorsa la notte.

«SFIORATA LA TRAGEDIA»
La pattuglia della polizia è rimasta fino al mattino. «Poi è andata via e noi siamo costretti a vigilare sulla struttura: siamo stati noi a impedire l'occupazione e adesso dobbiamo controllare che quei nomadi non entrino» dicono i residenti. Si sono sostituiti alle istituzioni che dopotutto in questo lembo stropicciato di Roma sembrano scomparse da tempo: verde abbandonato, ville trasformate in ritrovi di prostitute e drogati, cassonetti stracolmi di immondizia, furti, rapine e poi quei maledetti roghi tossici che da un decennio inquinano l'aria e le vite di migliaia di romani. Non lontano da qui è morta Zhang Yao, la ragazza cinese che era stata rapinata da due rom alla stazione ferroviaria. Poco distante, due ragazzine di 14 anni sono state legate e stuprate da due rom.

APPELLI INASCOLTATI
I comitati di quartiere avevano chiesto al V Municipio e al Comune di trasformare la palazzina in un polo sanitario. «Abbiamo una sola farmacia comunale - dice il comitato - abbiamo chiesto di avere in affidamento la palazzina almeno per un anno per organizzare una palestra, un Caf e centri per i giovani, ma nessuno ha mai risposto alle nostre richieste». Nuccia D'Alessandro, nonna e vicepresidente del comitato è ancora più chiara: «Abbiamo scritto, telefonato agli uffici del Campidoglio, ma non abbiamo mai ricevuto risposte: è ora che la sindaca Raggi incontri i comitati di quartiere: questa è una polveriera, quei rom continueranno a tentare di occupare la struttura. Non è finita qui». Anche ieri furgoni con a bordo gruppi di nomadi continuavano a passare davanti all'entrata del palazzetto. A proteggerlo hanno messo solo un lucchetto.
 
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