Roma, sulla Togliatti spunta la baraccopoli rom

Roma, sulla Togliatti spunta la baraccopoli rom
di Laura Bogliolo
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Lunedì 7 Maggio 2018, 08:01
Dopo Salviati, Salone e Gordiani, a Roma Est nasce un quarto campo rom. Non è né attrezzato, né tollerato, termini usati dal Campidoglio per definire le terre di nessuno istituzionalizzate.
La nuova baraccopoli sulla Palmiro Togliatti, all'incrocio con via Collatina Vecchia, è semplicemente ignorata dai Municipi IV, V e dal Comune. «All'inizio c'erano un paio di persone, da parecchi mesi la situazione è diventata insostenibile» dice Stefano Monaco, residente, che ha creato il comitato di quartiere Roma Civitas Opus. L'altro giorno, armato di quel senso civico quasi inspiegabile in una Roma causticamente cinica, è sfuggito a due pitbull che sono a guardia della favela ed è riuscito a fotografare lo scempio. «Per fortuna sono veloce» dice. Come lui altri residenti di Colli Aniene e Tor Sapienza, stanchi di vivere sotto le nuvole nere cariche di diossina provenienti da Salviati e Salone, continuano a documentare da mesi la baraccopoli che cresce in modo proteiforme e incontrollato: bombole del gas, fuochi, favelas che si moltiplicano quotidianamente e soprattutto un'enorme discarica di rifiuti ammassata dai nomadi che hanno occupato l'area. La baraccopoli è ben visibile dalla Togliatti, impossibile che vigili, amministratori municipali e capitolini non abbiano notato le montagne di rifiuti. È chiaro ormai che molti campi altro non sono che anelli della catena di smaltimento illegale dei rifiuti. Basti pensare che la gara indetta da Ama (a cui nessuno ha risposto) per assegnare il servizio di raccolta rifiuti fuori 12 campi prevede la rimozione di 700 tonnellate di immondizia ogni mese.

ACCERCHIATI
A meno di 800 metri c'è il campo tollerato di via Salviati, noto per i roghi che intossicano i residenti. «Siamo esausti, nessuno ci ascolta» dice Roberto Torre, del comitato di quartiere. Dopotutto non c'è traccia del piano di controllo dei campi promesso dalle istituzioni dopo la diffusione a settembre del dossier della Commissione d'inchiesta parlamentare sulle periferie. Nella mappa del degrado a Roma Est a poco più di 2 chilometri c'è il campo di via dei Gordiani (265 persone) da dove, un mese fa, partì una sassaiola contro una volante della polizia. A cinque chilometri invece svetta il campo di via di Salone (oltre 900 nomadi) dove i residenti di Case Rosse stanno organizzando «ronde» la notte per allertare i vigili del fuoco appena partono le fiamme dei roghi. «Nessuno ci ascolta - dicono - non abbiamo alternative». Gli occupanti della nuova baraccopoli fanno parte di quel gruppo di invisibili che sfuggono ai censimenti (oltre 6.600 i nomadi presenti nei campi attrezzati e tollerati). «L'occupazione è iniziata due anni fa ed è aumentata negli ultimi mesi, abbiamo allertato le istituzioni, ma nessuno si è mosso: i residenti di Colli Aniene sono stanchi» aggiunge Monaco. Ecco perché di favelas ce ne sono moltissime in zona. Intanto il piano di superamento dei campi del Campidoglio vive l'ennesimo stallo: il River a Roma Nord si è trasformato in un accampamento abusivo con annessa discarica, a La Barbuta continuano i roghi e siamo già al terzo appello per cercare (invano) associazioni pronte a gestire la chiusura del campo della Monachina.
 
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