Stadio Roma, il pm chiede l'archiviazione per Malagò

Stadio Roma, chiesta archiviazione per Malagò
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Martedì 25 Settembre 2018, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 16:57
Potrebbe presto finire in archivio la posizione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, indagato nell'ambito della maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma. La Procura ha depositato oggi al gip la richiesta di archiviazione per il numero uno dello sport italiano accusato di corruzione.

Il nome di Malagò era finito nell'inchiesta in relazione ad un colloquio di lavoro che il genero ha svolto con il
costruttore Luca Parnasi l'11 marzo presso un circolo sportivo per trovare con l'imprenditore una possibile intesa
professionale. In una informativa dei carabinieri allegata all'indagine viene detto che il presidente del Coni «ha
presentato il compagno della figlia a Parnasi col preciso scopo di creargli un'occasione professionale». Nell'informativa, inoltre, si faceva riferimento anche ad una serie di conversazioni intercettate tra Malagò e il costruttore. I due, annotano i carabinieri, «interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo stadio della Roma e allo stadio del Milan».

Malagò, nel giugno scorso, ha chiesto subito di essere interrogato dal pm Barbara Zuin, titolare dell'indagine. L'atto
istruttorio si è svolto il 19 luglio scorso e al termine del quale il presidente del Coni si disse fiducioso su una rapida
richiesta di archiviazione da parte dei magistrati. Se il capitolo che riguarda Malagò si avvia verso l'archiviazione, restano aperti gli altri filoni dell'indagine che vede indagati anche il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi e quello della Lega, Giulio Centemero. Su questo versante continua l'attività di indagine dopo il nuovo interrogatorio di Parnasi svolto la scorsa settimana negli uffici di piazzale Clodio.

La lente degli inquirenti punta agli oltre 400 mila euro che il costruttore, nella sua attività capillare di finanziamento alla politica, ha garantito all'associazione «Più Voci», la onlus considerata vicina alla Lega, e alla fondazione Eyu, legata al Pd. Per l'associazione «Più Voci» Parnasi nel 2015 ha garantito un finanziamento di 250 mila euro. Cementero, secondo quanto accertato dagli inquirenti, si sarebbe accordato direttamente con l'imprenditore per i fondi destinati all'associazione. Parte dell'incartamento di questo filone è stat inviata per conoscenza dai pm di piazzale Clodio ai colleghi della Procura di Genova che indagano sui fondi della Lega.

 
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