Sgarbi: «Ma che errore carcerare la bellezza, sarebbe un altro sfregio alla Capitale»

Sgarbi: «Ma che errore carcerare la bellezza, sarebbe un altro sfregio alla Capitale»
di Fabio Isman
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Mercoledì 16 Novembre 2016, 08:24
Come difendere i monumenti? Dopo lo sfregio al piccolo Elefante di Bernini alla Minerva, qualcuno pensa alle cancellate; e Vittorio Sgarbi, che ne dice? «E' soltanto una immensa sciocchezza. Ideata da chi forse possiede qualche vocazione carceraria».

Però, mi scusi, non potrebbe essere utile?
«E se poi i malintenzionati le scavalcano? Le facciamo alte sei metri, così che ci riesca soltanto chi salta con l'asta? E se, invece, a un monumento va addosso un'automobile, le aboliamo?».

Ma allora, come ci si può difendere?
«Con la consapevolezza. Creandola fin dalla scuola: che si capisca che cosa i monumenti sono, quale è il loro valore artistico, il loro significato per la cultura e per noi tutti, per l'umanità intera. Allora, saranno forse meno a rischio. Ci ricordiamo quel giorno con gli hooligans un po' ubriachi alla Barcaccia? Non c'era un danno grave: all'indomani, era già riparato; avrei potuto pagare io le spese, per quanto erano poche. Ma faceva senso lo sfregio: che costoro avessero scambiato Bernini per un cassonetto».
Per creare una consapevolezza, tuttavia, occorre molto, molto tempo; e intanto, a che cosa si potrebbe pensare?
«Io sono un antimilitarista. Credo che, in caserma, i soldati, poveri, si annoino. Mandiamoli in alcuni luoghi topici. Cioè rinforziamo la vigilanza, che mi sembra sia davvero abbastanza assente. Forse, qui i soldati sarebbero più utili, non è così?»

Dunque, le cancellate davvero no?
«Assolutamente. Negano lo spirito di una città. Sa per che cosa sono nati i monumenti? Per essere goduti. Ma ogni tanto, qualcuno si sveglia, e pensa ai cancelli. Magari, anche questa idea è mancanza di cultura».

Già, non è nemmeno la prima volta che si parla di mettere qualcosa come i lucchetti, ovvero i cancelli.
«Oh, qualcuno li voleva a Trinità dei Monti. E a Milano, davanti o attorno alla chiesa di San Lorenzo alle colonne. E il Pantheon, ce lo dimentichiamo il Pantheon? Lì, almeno e per fortuna, soltanto davanti all'ingresso. Ma sono fortemente contrario anche a questo. Chi lo predica, non sa che cosa siano una fontana, un obelisco, un monumento».

Ma esiste una «ricetta Sgarbi» per difendere quel che di bello esiste nelle nostre città?
«L'unica possibile è l'educazione; lo ripeto, la consapevolezza; creare una coscienza, e mi pare che non lo si faccia poi molto. E aumentare la vigilanza, la tutela, la custodia. Capisco che non si può certo collocare un soldato davanti a ogni monumento; ma accanto a quelli più rilevanti e a rischio, forse sì. Poi ci sono le telecamere: ma quante volte, alla fine, risulta che erano spente, o che non inquadravano proprio i monumenti? Le persone, la gente, soprattutto i giovani, vanno formati, educati al rispetto di un patrimonio che è di tutti e di tutto il mondo: ne siamo soltanto i custodi. Ma siamo anche quelli che hanno il diritto di ammirarli, frequentarli, goderne, come diceva una volta una legge, che intanto è stata però abolita».

Un no deciso alle cancellate?
«Oltre a tutto, servirebbero a ben poco. E se uno lanciasse un sasso? E quanto alte dovrebbero essere? Poi, come si fa ad immaginare, ad esempio, le tre fontane di piazza Navona diventate prigioniere dei cancelli? Chi dice queste cose né ci riflette sopra, né sa che cosa sta dicendo. E' un'idea semplicemente ridicola. Infine, dietro ai cancelli, non si vedono più nemmeno i monumenti. Per favore, siamo seri».