Tasse e multe cancellate a 10mila perugini. Nessuno le pagava anche da vent'anni

Tasse e multe cancellate a 10mila perugini. Nessuno le pagava anche da vent'anni
di Luca Benedetti
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Giovedì 23 Marzo 2023, 07:15
Il conto è presto fatto. Se il Comune cancella 10.338.496,97 di euro di tasse e multe diventate cartelle esattoriali mai pagate (e quindi non incassate) anche da vent’anni, vuol dire che la cancellazione riguarda almeno diecimila tra imprese e cittadini. Diecimila (circa) perché le cartelle esattoriali che finiscono nel cestino sono quelle sotto i mille euro di importo. Palazzo dei Priori ha aderito alla possibilità concessa dal Governo. 
LA CLASSIFICA
Di quei dieci milioni e spiccioli la parte del leone la fanno le infrazioni al codice della strada: usciranno dalla pancia del bilancio di palazzo dei Priori quasi sei milioni. Poi ci sono due milioni e settecentomila euro di Tia e Tarsu e un milione e mezzo di Ici e Iciap. Il periodo di riferimento è quello che va dal 2000 al 2015 (dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015). Il via libera alla rottamazione è arrivata ieri mattina, non senza polemiche, in commissione bilancio con la maggioranza che ha incasso il sì anche di Italia Viva. Contro hanno votato Pd e M5S sparando ad alzo zero contro la scelta della giunta Romizi. 
L’assessore al Bilancio Cristina Bertinelli ha spiegato che la volontà politica di aderire a questa possibilità fornita dalla legge è stata ragionata in maniera molto articolata con gli uffici tecnici, per sviscerare tutti i dettagli e le implicazioni. Bertinelli, tornando indietro al Romizi I (2014) ha ricordato che «ancora oggi si registra un disavanzo ereditato da passato che annualmente l’Ente sta coprendo anche in anticipo rispetto al cronoprogramma. Nel contempo è stata cancellata l’anticipazione di tesoreria, con azzeramento degli interessi, e rimesso nei limiti l’indebitamento a conferma di un lavoro virtuoso svolto insieme agli uffici. Dopo una lunga analisi si è deciso di adottare il provvedimento di cancellazione perché, a fronte di circa 10 milioni di residui (già coperti nel fondo crediti di dubbia che vale circa 130 milioni), erano richieste procedure per il recupero degli stessi molto articolate e farraginose».
Il fatto che una legge nazionale preveda questa facoltà, ha sottolineato l’assessore, è la conferma che si tratta di un problema. La proposta di cancellazione riguarda, hanno spiegato l’assessore Bertinelli e il dirigente Stefano Baldoni, debiti di piccoli importi (sotto i mille euro) e comunque debiti definiti anziani (dai 23 agli 8 anni minimo) per i quali tutte le procedure per recuperarli sono state tentate dagli uffici comunali, ma senza esito positivo che non incidono sul bilancio dell’Ente.
LA POLEMICA
Scelta e parole che all’opposizione non sono piaciute. «È vero – ha detto Borghesi – che ci sono cittadini e imprese in difficoltà, ma non appare questa la misura per aiutarli; infatti vi sono molte persone che puntualmente onorano i pagamenti dovuti per sanzioni o tasse, mentre vi è un’altra categoria, quella dei furbetti, che sceglie di non pagare aspettando provvedimenti estintivi come questo». Nel Pd critico anche Francesco Zuccherini perché si «andranno a stralciare principalmente crediti legati a sanzioni per violazioni del codice della strada, partite che già di per sé prevedono agevolazioni di pagamento». Anche i Cinque Stelle hanno attaccato. Ecco Francesca Tizi: «È un provvedimento che proviene da una legge di bilancio nazionale iniqua in quanto tutela gli evasori e volta le spalle a famiglie e imprenditori in difficoltà». Dall’altra parte della barricata Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha accusato l’opposizione di fare il processo alle intenzioni è perché non tutti quelli che sono ricompresi nel provvedimento possono essere additati come furbetti. Per la maggioranza interventi anche di Roberta Ricci (Lega), Michele Cesaro (Forza Italia) e Francesca Renda (Tesei per l’Umbria) Casaioli. Scintille contro il centrosinistra da parte della capogruppo di Italia Viva Emanuela Mori: «Questa scelta non significa incentivare i furbetti. Sono inaccettabili le critiche mosse da chi ha chiamato i cittadini furbetti perché provengono da chi sostiene il reddito di cittadinanza che favorisce chi non lavora o chi lavora in nero». 
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