Sequestrato oleodotto Civitavecchia-Fiumicino. «Sversamenti di carburante dopo i furti, garantire la sicurezza»

Sequestrato oleodotto Civitavecchia-Fiumicino. «Sversamenti di carburante dopo i furti, garantire la sicurezza»
2 Minuti di Lettura
Sabato 3 Gennaio 2015, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 10:03

Il gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro dell'oleodotto Civitavecchia-Fiumicino, a novembre scorso oggetto di alcuni furti che ha procurato danni ambientali per lo sversamento di kerosene, «finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati».

Il sequestro è stato effettuato dai carabinieri del Noe al termine dell'indagine avviata dal procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola.

Il procedimento al momento è contro ignoti. I prelievi e gli accertamenti tecnici, effettuati tra gli altri anche dall'Arpa Lazio, hanno evidenziato sversamenti di cherosene su terreni ed acque superficiali a Palidoro e Maccarese, nel comune di Fiumicino, con conseguente moria di pesci, uccelli e mammiferi acquatici.

Per il sindaco di Fiumicino Esterino Montino la decisione del gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, di mettere sotto sequestro l'oleodotto che da Civitavecchia arriva in aeroporto «è una scelta giusta e di garanzia per l'ambiente e la salute pubblica».

«Nel procedimento giudiziario - annuncia - ci costituiremo come parte civile in quanto parte lesa. Abbiamo ancora negli occhi le immagini del disastro ambientale a Maccarese, Torrimpietra, Palidoro. Quella del Tribunale di Civitavecchia è una decisione volta alla salvaguardia non solo del nostro territorio. La condotta oggetto dei tentativi di furto è lunga una settantina di chilometri e oltre Fiumicino attraversa altri cinque comuni: Civitavecchia, Cerveteri, Santa Marinella, Ladispoli e Roma».

Per Montino «è impensabile controllarla notte e giorno per tutta la sua lunghezza se non attraverso un sistema di monitoraggio moderno ed efficiente simile a quello, sempre di proprietà dell'Eni, già in uso sull'oleodotto che da Gaeta arriva a Pomezia. Questo abbiamo chiesto già nel corso dell'unità di crisi che ho convocato a pochi giorni dalle effrazioni e questo è quanto anche il Tribunale di Civitavecchia impone all'Eni»