Roma, ancora fuoco a Tor Sapienza, brucia l'area del parco Salviati. I residenti: «Aria irrespirabile»

Roma, ancora fuoco a Tor Sapienza, brucia l'area del parco Salviati. I residenti: «Aria irrespirabile»
di Alessia Marani
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Sabato 3 Giugno 2017, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 19:51

Brucia ancora la periferia Est della città. Fiamme nei terreni dell'area Salviati a Tor Sapienza. Le sterpaglie hanno divorato parte del parco dietro via Patini, non distante dal campo rom. Il rogo è divampato intorno all'ora di pranzo di sabato, i pompieri stanno spegnendo gli ultimi focolai. Paura tra i residenti che hanno rivissuto l'incubo della settimana scorsa quando, all'improvviso, un maxi-incendio ha inghiottito due casali occupati dai rom e una discarica a cielo aperto in via di Tor Cervara. Allora come ieri, i cittadini si sono chiusi in casa, con le finestre ben serrate, perché dicono "l'aria è tornata nuovamente irrespirabile". Le fiamme hanno anche labito un edificio abbandonato conosciuto in zona come "il casale" e un'abitazione privata. "Credevamo all'ennesimo rogo di rame, ferro e pneumatici acceso dai nomadi - raccontano nel quartiere - invece andava a fuoco il nostro parco che, nelle intenzioni dell'amministrazione, doveva essere una delle 75 aree protette della Capitale". "Era inevitabile - dice Annamaria - perché l'erba è cresciuta a dismisura, non c'è cura e manutenzione e con queste temperature alte il rischio di incendi aumenta notevolmente".

 

 


DENUNCE INASCOLTATE
A Tor Cervara, invece, per alcuni giorni i residenti hanno temuto che i casali diroccati fossero stati nuovamente occupati. "La sera dopo - spiegano gli inquilini dei condomini di via Eneide - abbiamo rivisto delle luci all'interno. Per anni siamo stati ostaggio di fuochi appiccati dai rom e delle nubi tossiche sprigionate. Speriamo che, almeno, l'incubo sia finito". Ma l'incendio ai casali di Tor Cervara era stato un dramma annunciato. Da anni la famiglia Di Cosimo proprietaria della tenuta agricola chiedeva al Comune e alle autorità a suon di esposti e di denunce che gli edifici venissero sgomberati. Domenica Di Cosimo, 84 anni, l'ex proprietaria, morì il 24 agosto dello scorsoanno nel terremoto di Amatrice, lasciando la tenuta in eredità ai nipoti che hanno proseguito nella battaglia legale. "Ma nessuno ci ha mai ascoltati - dice Natalia, una delle nipoti - abbiamo chiuso e recintato l'area più volte, ma i lucchetti sono stati puntualmente rotti. I terreni insistono nel parco della Valle dell'Aniene e ci sono vincoli severi per la sua manutenzione e/o trasformazione. Abbiamo avvisato negli anni e anche più recentemente alla vigilia del rogo, l'esistenza di una discarica abusiva in cui venivano depositati materiali pericolosi. A volte abbiamo provveduto anche noi stessi a ripulire, ma entrare là dentro era diventato un inferno perché estremamente pericoloso. Non abbiamo mai abbandonato il terreno, né lo abbandoneremo. Ma siamo stati lasciati soli, senza alcuna tutela".  

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