Vittime della strada, Roma maglia nera tra le città europee

Vittime della strada, Roma maglia nera tra le città europee
di Luca Lippera
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Lunedì 27 Gennaio 2014, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 15:14
Il territorio del comune di Roma resta “maglia nera” in Europa per numero di vittime della strada nonostante le statistiche sugli incidenti siano in calo per il quinto anno consecutivo. Nella Capitale, nel corso del 2013, ci sono stati 123 morti, con una diminuzione del 12 per cento rispetto al 2012 e del 34 per cento su 2008. Ma il raffronto con le altre metropoli dell’Unione Europea non lascia scampo ed è impietoso. Da noi i morti sulla strada restano a livelli astronomici - 0,59 ogni diecimila abitanti - mentre a Parigi sono 0,18 (praticamente tre volte di meno), a Londra 0,17 e a Berlino 0,12. Insomma: siamo ancora ben lontani dagli obbiettivi di sicurezza indicati dalla Ue ai Paesi membri.



La diminuzione delle vittime, ovviamente, non può non essere considerata una fatto positivo. Ma l’impressione, secondo i vigili urbani, è che il drastico calo «sia legato semplicemente alla crisi economica e non a un piano organico per ridurre gli incidenti stradali in città». Meno auto in giro, meno velocità (si consuma meno), meno sinistri: il declino di un Paese può avere molte facce. È sceso anche il numero assoluto dei sinistri. Nel 2013 sono stati, complessivamente, 32.273. Furono 32.612 nel 2012 e circa 37 mila all’anno nel 2011, nel 2010 e nel 2009. Significativamente - si va più piano - crolla il totale dei sinistri con feriti: l’anno scorso sono stati 12.511, l’anno prima erano stati 14.269, nel 2008 addirittura 16.525.



Effetto crisi Ma anche in questo caso non è tutto oro quello che “luccica”. Gli esperti sono convinti che non appena la circolazione tornerà ai livelli pre-crisi - se mai ci tornerà - anche i numeri riprenderanno a salire in modo inesorabile. «Sicuramente - dice Raffaele Clemente, comandante della Polizia Municipale - sul calo delle vittime incide il fatto che ci sono meno auto sulle strade. Un ruolo può giocarlo anche il divieto di guidare auto di grossa cilindrata ai ragazzi al di sotto dei venticinque anni. Ma bisogna fare di più. Il futuro è nella rilevazione automatica delle infrazioni».



Dodicimila feriti Ma la realtà, in attesa che i sogni diventino altro, è diversa. Prendiamo ad esempio i 12.500 feriti contati a Roma l’anno scorso. Primo: il numero resta pazzesco. Londra, che ha più del triplo dei nostri abitanti, ne ha registrati nel corso del 2012 circa 28 mila. Segno che lassù la pericolosità è minore. Secondo dato: il grosso degli incidenti più gravi continua ad avvenire sulle stesse strade indicate da decenni come «mortali»: Nomentana, Cassia, Salaria. «Facciamo un esempio: la Tangenziale tra Salaria e Ponte Milvio - dice Gabriele Di Bella, storico sindacalista della Polizia Locale, da oltre vent’anni di pattuglia - Dal 1990, anno del Mondiali, si attende la costruzione di un guard-rail tra le carreggiate. Ora c’è solo un marciapedino e le macchine, spesso e volentieri, saltano da una carreggiata all’altra. Il colpo di genio è stata la pista ciclabile. La verità è che il Comune non ha alcun progetto per la sicurezza stradale. La legge, tanto per dirne una, immpone di utilizzare i proventi delle multe a questo scopo: segnaletica, autovelox, rotatorie e via dicendo. Si fa qualcosa? No. Ma si parla tanto».
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