Roma, "svendopoli" di case popolari
in zone pregiate: 80mila euro per 100 mq

Piazza Navona
di Elena Panarella
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Domenica 27 Febbraio 2011, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 22:33
ROMA - Un appartamento di 96 metri quadrati in via Oslavia (a due passi da piazza Mazzini) venduto a 81 mila euro, uno in via della Farnesina (74 mq) venduto a 45 mila euro e spicci, 105 mq a piazza Melozzo da Forl (Flaminio) venduto a 107 mila euro, (quando ne vale almeno un milione). Non basta: a piazza Perin del Vaga (Lungotevere Flaminio) un appartamento di 92 mq è stato venduto a 86 mila euro; in via Sabotino (piazza Mazzini) uno da 88 mq svenduto a 92 mila euro. E pensare che in queste zone con queste cifre non si compra nemmeno un garage, anzi nemmeno un box auto.



Sono solo alcuni esempi di case di pregio, in quartieri centrali e semicentrali di Roma, messe in vendita a prezzi molto lontani dalle quotazioni di mercato dal Comune e dall’Ater. Altro che affittopoli, l’inchiesta sui canoni molto ridotti pagati per abitare case di ben altro valore: in questo caso si parla di “svendopoli”. Sono tante le sorprese che emergono da un dossier che Donato Robilotta, coordinatore dei socialisti riformisti del Pdl, consegnerà all’assessore regionale alla casa Teodoro Buontempo. «Da cui si evidenzia la svendita del nostro patrimonio di pregio anche a chi non ne avrebbe diritto, anche perché bisogna guardare i redditi di chi ha acquistato queste case per rendersi davvero conto della situazione», spiega Robilotta. «Questa settimana incontrerò Buontempo per convincerlo a modificare la legge: in modo che chi ha un reddito maggiore a quello di accesso se vuole la casa di pregio se la deve comprare al reale prezzo di mercato».



Questo perché tutto avviene formalmente nel rispetto della legalità: c’è una legge regionale che lo permette. «Che non sono riuscito a far modificare nella scorsa legislatura pur essendo riuscito a bloccare per un certo periodo la vendita delle case popolari nel centro storico. E nelle zone di pregio ce ne sono ancora tante», aggiunge Robilotta.



Sfogliando le centinaia e centinaia di pagine (con tanto di numero di matricola, data della stipula del contratto, valore stimato, prezzo cosiddetto di realizzo) si scopre che Ater e Comune, sotto le precedenti amministrazioni (negli anni 2006 e 2007), hanno svenduto il patrimonio di pregio situato nel centro, ma anche in zone eleganti e non tanto centrali, a prezzi davvero stracciati. Ma ancor più grave, molte case sono state vendute a persone con reddito alto, certamente superiore a quello di accesso all’alloggio popolare che si aggira tra i 15 mila e i 18 mila euro l’anno.



Tra gli appartamenti svenduti dal Comune, tanto per fare qualche esempio: piazza della Rotonda 56 metri quadrati venduto a 295 mila euro, piazza Pasquino 90mq venduto a 260 mila euro, piazza Navona 113 mq venduto a poco più di 400 mila euro. Nell’elenco c’è anche piazza Margana (a pochissimi passi da piazza Venezia) dove un appartamento di 69 mq è stato venduto a 302 mila euro, nella stessa piazza 113 mq venduti a 446 mila euro. E poi Corso Rinascimento 114 mq venduto al prezzo di 198 mila euro. Basta spostarsi in zona Esquilino per vedere che i prezzi calano ancor di più via Carlo Cattaneo 74 mq (155 mila euro), via Filippo Turati 67 mq (69 mila euro).



Questo scandalo si aggiunge a quello delle case da sogno affittate a prezzi fin troppo bassi. Anzi stracciati, per appartamenti anche in questo caso della Regione oppure di altri enti pubblici (Sant’Alessio all’Isma, l’Istituto di Santa Maria in Aquiro, Istituto romano di San Michele). Dal parente di, all’assessore, dallo stilista al costruttore la casa regalata non si fa mancare a nessuno. Unica regola? Quella contraria a qualsiasi legge del mercato e del buon senso: redditi alti per canoni bassi, molto bassi. E in case di pregio.
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