Sgozzato a Roma, la vittima «era un tipo taciturno e raffinato, girava in Porsche»

Sgozzato a Roma, la vittima «era un tipo taciturno e raffinato, girava in Porsche»
di Ilario Filippone
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 10:59
«Il killer conosceva bene la vittima, le sue abitudini, i suoi orari. Da una prima ricostruzione emerge che è stato Oliver a farlo entrare in casa, la porta non mostrava segni di scasso», dicono gli inquirenti. Parte da qui, da una deduzione logica l'indagine avviata per far luce sulla morte dell'amministratore delegato della Kao Italia spa. Il tedesco Oliver Degenhardt, 49 anni, è stato sgozzato nel suo appartamento, al quarto piano di una palazzina in via dei Volsci.




Molte ore dopo l'incendio, la puzza di bruciato si sentiva ancora in tutta la strada. Dopo averlo ucciso, per far sparire le impronte, l'assassino ha infatti dato fuoco alla casa. Nessuno dei vicini si è accorto di nulla: «Ho visto soltanto colonne di fumo alzarsi in cielo, ma non ho sentito rumori strani», afferma l'inquilina del terzo piano. Le fiamme, divampate dopo la mezzanotte, sono state spente dai vigili del fuoco. Quando sono entrati nell'abitazione, i pompieri hanno trovato il manager riverso in una pozza di sangue: «Era un tipo taciturno, raffinato – ha raccontato il portinaio della palazzina - vestiva elegante e girava in Porsche, 140mila euro di macchina».



Per smascherare l'assassino e decifrare il movente, i carabinieri stanno sondando diverse piste. Si cerca qualche indizio nei filmati estratti dalle telecamere di sorveglianza. Nel mirino degli investigatori, la movida di San Lorenzo e gli ambienti frequentati dal manager. I militari dell'Arma hanno sentito l'uomo con il quale l'imprenditore si stava frequentando da tempo. I due non hanno dormito insieme. Un'amica di Oliver lo ha ribadito mentre saliva le scale per recarsi al piano di sopra. Chi ha ucciso il manager tedesco, morto sgozzato, voleva consumare una rapina. Dalla sua abitazione sono spariti degli orologi di valore.



LA PAURA

L'uomo viveva a Roma da molti anni, ma era in procinto di cambiare casa. «Martedì – ha affermato il suo agente immobiliare – doveva venire con me a vedere un appartamento in via degli Ausoni». Il portavoce del Gay center, Fabrizio Marrazzo, sottolinea il clima di paura che si vive tra gli omosessuali: «Dopo l'omicidio del parrucchiere Mario Pegoretti – ha dichiarato - a Roma è allarme sicurezza per le persone lesbiche, gay e trans. C'è un clima generale d'intimidazione, anche politica, da parte di gruppi estremisti che lanciano messaggi tappezzando la città di manifesti contro i gay. Chiediamo alle istituzioni di tenere alta l'attenzione».