Roma-Napoli, la madre di Ciro: «Striscioni orribili, squalificate l'Olimpico»

Roma-Napoli, la madre di Ciro: «Striscioni orribili, squalificate l'Olimpico»
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Sabato 4 Aprile 2015, 15:58
«Affido chi ha scritto quegli striscioni nelle mani di Dio affinchè possa cambiare il loro cuore». Così all'Ansa Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, sugli striscioni esposti al'Olimpico. «Ho visto la partita in tv, mi sono sentita ferita da quelle parole, fa male sentire dire cose orribili su un figlio che si è perso».



«Il dolore di un avvenimento tragico ed innaturale come quello della perdita di un figlio non lo auguro a nessuno e non si commenta mai soprattutto in maniera così strumentale e offensiva da parte di tifosi che dovrebbero augurarsi la pace ed i valori nello sport non l'odio e la violenza». Dice l'avvocato Angelo Pisani, avvocato della famiglia di Ciro Esposito, che chiede di squalificare l'Olimpico per gli striscioni contro la madre del tifoso ucciso, durante Roma-Napoli . Pisani chiede «una volta per tutte alle istituzioni ed autorità competenti di intervenire seriamente e squalificare lo stadio Olimpico punendo uno ad uno i responsabili di vergognosi e subdoli messaggi disumani e odiosi».



Secondo Pisani «Antonella Leardi nonostante la tragedia criminale che ha devastato la sua famiglia, con l'aiuto della fede sta cercando di farsi forza e per la bontà che la contraddistingue, sta cercando di trasmettere agli sportivi ed ai giovani di tutto il mondo che la violenza non serve, non porta a niente, la violenza uccide.
Ogni giorno Antonella mantiene vivo il suo ricordo, ed ogni giorno la ferita che da quel giorno porta nel cuore, sanguina ininterrottamente, ma ha deciso di ricordare e far vivere il giovane Ciro in ogni modo possibile e da esempio positivo». «Ad oggi - sottolinea - l'operato dell'associazione 'Ciro Vivè sta aiutando tantissime persone; quindi va un plauso ad Antonella Leardi, mamma di un giovane tifoso morto per difendere donne e bambini dall'attacco di mostri travestiti da tifosi. Rispettiamo Antonella, rispettiamo la famiglia Esposito, difendiamo Napoli, ma soprattutto, rispettiamo un angelo di nome Ciro per sanare tante ferite e mortificazioni allo sport».
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