«La situazione peggiora durante la notte». Lo sanno bene i parenti di uno dei pazienti ricoverati nel reparto di chirurgia al terzo piano dell'Ospedale S. Spirito. «Giovedì notte qualcuno è entrato nella stanza e ha sfilato l'orologio a mio zio - racconta Annapaola - che oltretutto non essendo vigile non ha potuto raccontare cosa è accaduto realmente. Non è per il valore dell'oggetto, è una questione di principio. Noi parenti non possiamo entrare fuori orario e i delinquenti possono fare quello che vogliono». «Sono dei sciacalli perché colpiscono persone indifese», tuonano altri familiari dello stesso reparto.
ALTRI EPISODI
Nella denuncia fatta ai carabinieri, viene segnalato anche un altro episodio: «All'interno della camera c'è un altro degente che non si è accorto di quanto accaduto ma ha riferito che la notte precedente poco prima delle 4, in camera è entrata una giovane donna, la quale presentatasi come volontaria si appropriava di alcuni alimenti presenti sul tavolo».
Ma qualcuno però deve spiegarci come fanno a entrare la notte queste persone nei reparti chiusi». «A mio zio gli hanno portato via anche gli omogeneizzati, il latte condensato, i cubetti di parmigiano, i biscotti - continua - ma quello che preoccupa è che a questo punto tutto può accadere, oltre al problema igienico-sanitario che ne sappiamo di queste persone?». Per questo ha preso carta e penna e scritto un cartello sul tavolo accanto al letto dello zio con su scritto: «Vergognatevi...il supermercato è chiuso...andate altrove».
IL FENOMENO
Il S. Spirito (così come gli altri ospedali della Capitale) è uno dei posti prediletti dai ladri «anche perché è facilmente raggiungibile», dicono alcuni pazienti. «Può entrare chiunque - ammette un dipendente - e i controlli sono difficili. Magari arriva un tossico. Gli servono un po' di euro. Comincia a girare per le corsie e alla fine, sui comodini, nelle vestaglie trova il modo di rimediare i soldi.
Di notte entra solo chi conosce bene i reparti e sa muoversi con disinvoltura». I topi di corsia non sono, ovviamente, un'esclusiva del S. Spirito. Cifre complessive non esistono. Ma molti ritengono che il fenomeno sia molto più grande di quanto non dicano le denunce.
elena.panarella@ilmessaggero.it
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