Rebibbia, i detenuti meccanici per i vigili urbani

Rebibbia, i detenuti meccanici per i vigili urbani
di Elena Panarella
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Martedì 18 Novembre 2014, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 19:55
Le auto della Polizia municipale saranno aggiustate e rimesse in strada dai detenuti del carcere di Rebibbia. La cooperativa Cooss, infatti, ha vinto un appalto indetto dal Campidoglio per occuparsi della manutenzione dei mezzi in dotazione ai «caschi bianchi» della Capitale. Dieci detenuti, chi carrozziere e chi meccanico, sono pronti già da due settimane ad occuparsi delle automobili in questione, spiega Edoardo Colangeli, gestore della cooperativa, «dal Campidoglio sono già arrivati i preventivi, ora aspettiamo i mezzi in officina dentro il carcere».



Procedura. La cooperativa si occupa già da otto anni della manutenzione dei mezzi della Polizia penitenziaria e da due anni di quelli della Asl RmB e RmD. «I nostri detenuti - spiega Colangeli - sono molto felici di iniziare questa nuova avventura, hanno solo voglia di lavorare e basta. Tutti i dipendenti dell’officina, inoltre, sono assunti regolarmente con stipendio e relativi contributi». C’è però una procedura da rispettare per mandare un’automobile a riparare presso la cooperativa. «Il giorno prima dell’entrata in officina della macchina - spiega Colangeli - il cliente deve mandarci il libretto. Dopo qualche ora arriva il pass per far entrare l’auto all’interno del carcere. Di solito ce ne occupiamo noi ma se il cliente vuole si può fare il pass anche per lui».



I controlli. «La macchina viene controllata e perquisita sia all’entrata e sia all’uscita dal carcere - spiegano -questo per evitare che qualche detenuto possa approfittarne ma quelli che lavorano qui vogliono solo fare il loro mestiere e basta».



Prezzi concorrenziali. Sono stati sicuramente alla base della vincita del bando. «Noi chiediamo solo 20 euro l’ora di manodopera - prosegue Colangeli - abbiamo uno scont o che varia in base al pezzo di ricambio che ci viene chiesto. I nostri prezzi sono tra i più bassi in Italia». Curiosità per l’esito di questa esperienza viene espressa dal comandante della Polizia Locale, Raffaele Clemente: «Spero che sia una cosa redditizia, che sia anche una soluzione per i detenuti. Un meccanico resta un meccanico anche da dietro le sbarre. Proviamo a vedere come va. Può darsi che siano lenti o che non sappiano aggiustare le auto. Aspettiamo e speriamo che funzioni tutto per il meglio».
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