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Credeva di averla fatta franca. Invece la giovane, dopo il furto, ha iniziato ad inseguire a piedi il rapinatore, fino a raggiungerlo. È a quel punto che il gambiano, dopo una caduta a terra, ha sferrato un pugno al volto della ragazza sotto gli occhi di due passanti. I quali, dopo aver assistito alla scena, si sono subito messi sulle sue tracce, fermandolo e facendolo arrestare dai carabinieri del Nucleo Radiomobile.
«Non é vero che l'ho colpita con un pugno - ha detto l'africano al processo - Le avevo solo preso il telefono». Nel corso della convalida dell'arresto a piazzale Clodio, ieri mattina, il gambiano, con regolare permesso di soggiorno ma senza fissa dimora, ha respinto parte delle accuse, dicendo al pm d'aula Donatella Motta di non aver aggredito la vittima.
I TESTIMONI
Ad inchiodare il giovane, difeso dall'avvocato Marina Leone, le testimonianze dei due ragazzi giunti in soccorso della vittima che erano appena usciti dalla discoteca. Accusato di rapina per aver strappato il telefono (uno smartphone del valore di 500 euro) dalle mani della ragazza, e per averla colpita al viso con un pugno, «procurandole lesioni a una tempia e a un occhio», come si legge nel capo d'imputazione, F.S., ha scelto di avvalersi del rito abbreviato: è stato condannato a 3 anni e al pagamento di mille euro. Una pena, che il giovane africano, non dovrà scontare in carcere, non avendo carichi pendenti, ma solo un precedente per spaccio. A poco più di 24 ore dalla rapina, insomma, il gambiano è già libero.
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