Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Terracina ha sottolineato tra l'altro come per superare le resistenze dei tre minorenni Paolini abbia corrisposto denaro convincendoli anche a filmare i rapporti sessuali. Per i fatti contestati Paolini nel novembre del 2013 finì in carcere e tornò libero dopo qualche mese, ma con l'obbligo di portare il braccialetto elettronico.
Commentando l'entità della condanna chiesta dal pubblico ministero i difensori di Paolini Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller hanno sottolineato che il rappresentante dell'accusa «nelle sue richieste non ha tenuto conto che i ragazzi hanno sempre escluso la sussistenza dell'articolo 600 ter cioè non aver fatto prostituzione minorile. Loro hanno sempre negato di essersi prostituiti».
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