Addio ai pini del Sorpasso: ora l'Aurelia resta spoglia

Addio ai pini del Sorpasso: ora l'Aurelia resta spoglia
di Emanuele Rossi
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Lunedì 12 Novembre 2018, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 10:57
Addio ai pini de Il Sorpasso. Gli operai dell'Anas hanno iniziato e quasi ultimato la rimozione di dieci esemplari sulla via Aurelia, a Ladispoli. Gli alberi erano stati incendiati dai piromani più di un anno fa e dopo i roghi sono diventati pericolosi per la sicurezza delle migliaia di automobilisti che ogni giorno attraversano la statale per recarsi nella Capitale, e tornare a casa la sera. È lì, all'altezza di Palo Laziale, un'area incantevole con alle spalle la macchia mediterranea, che in un ferragosto del 1962 Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignan sono in viaggio verso il nord dello Stivale. La coppia non è sola.




Assieme a Bruno Cortona (Gassman) e Roberto Mariani (Trintignant) spunta fuori anche il nonnetto che tiene in bocca il sigaro. Sono felici, strombazzano con il clacson, mostrano le corna e sfrecciano a folle velocità navigando senza meta a bordo di una Spider bianca B24. Resterà come una delle immagini cult di un'epoca che stava vivendo una ripresa economica e, guarda caso, gli attori protagonisti percorrevano vialoni alberati sull'Aurelia, proprio come quelli di Ladispoli. A quel capolavoro cinematografico del regista Dino Risi non soltanto i ladispolani si sono tanto affezionati. Anche i romani. Migliaia di vacanzieri ogni anno si dirigono a luglio e agosto verso i lidi di Ladispoli per trascorrere un'estate libera e spensierata lontana dai rumori della città e dallo stress lavorativo. Prima di approdare sulla costa era scontato il passaggio sotto ai pini secolari simbolo del territorio. Da oggi quel pezzo di storia sarà spoglio, senza la chioma verde che ha ispirato anche il cinema italiano.

L'INCENDIO
«Hanno vinto i piromani purtroppo. Ricordo ancora quel giorno. Un incendio gigantesco aveva raggiunto rapidamente la pineta sulla statale dopo aver colpito anche il bosco. Non si era salvato nulla, persino un autovelox era rimasto incenerito. Nella lista recinzioni, lampioni e tanto altro ancora», è il ricordo di Luigi C., residente ai Monteroni, località agricola vicino a Palo Laziale. I sostenitori ecologisti suggeriscono nuove iniziative a supporto del verde. «Vedrei bene delle querce nel caso non fosse possibile impiantare nuovi pini. L'importante è che ci sia una manutenzione dopo aver collocato nuovi alberi sulla statale.

A volte il vero problema è la mancata attenzione da parte di chi di dovere. I pini diventano pericolosi solo quando vengono abbandonati. Il 2 dicembre a Ladispoli promuoveremo la festa dell'Albero per sensibilizzare la popolazione. Senza alberi e piante non ci può essere un futuro per i nostri figli», sostiene Rosario Sasso, coordinatore del comitato Salviamo il paesaggio litorale Nord.

In questi giorni è in corso un monitoraggio da parte dell'Anas sull'intero tratto tra Palo Laziale e Osteria Nuova. «Sì, nove o dieci pini al massimo entro poche ore non ci saranno più. Ovvio l'azienda controllerà anche gli altri alberi. In questa zona l'incendio era stato molto grande perciò è necessario esaminare tutte le piante evitando minacce future», dice Sergio Blasi, comandante della Polizia municipale di Ladispoli. Cittadini e politici avevano chiesto l'abbattimento dei pini pericolanti già diversi mesi fa. Persino le associazioni si erano rassegnate a dare l'ultimo saluto a quegli alberi. Non mancano le polemiche dopo la lettera che un agronomo inviò al comune di Ladispoli proprio sulla rimozione dei pini bruciati. «Da un'indagine svolta all'interno del nostro albo, questo signore non risulta essere iscritto a nessun ordine dei dottori agronomi e dottori forestali d'Italia», mette nero su bianco Patrizio Zucca, presidente dell'Ordine agronomi e forestali di Roma.
 
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