Pd alla prova delle primarie e resta l'incognita Marino

Pd alla prova delle primarie e resta l'incognita Marino
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Lunedì 23 Novembre 2015, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 17:57
L'unica certezza è che al momento il coniglio non è ancora uscito fuori dal cilindro di Matteo Renzi. Ma, spiegano diversi dem, «il premier sarebbe intenzionato a puntare su un politico, almeno in questo non ci dovrebbe essere il modello-Milano». Intanto il Pd romano si consola dicendo: «Il candidato? C'è ancora tempo, vedremo, faremo». In mezzo c'è una data ballerina: il 20 marzo dovrebbero tenersi le primarie in tutte le grandi città chiamate al voto (Milano, Torino, Napoli e Roma, appunto), così da indiscrezioni filtrate dal Nazareno. Ma anche su questo appuntamento nella Capitale continuano a rimbalzare i dubbi: saranno primarie del Pd o di coalizione? E se fosse la seconda ipotesi con chi? Solo con Si (il nuovo soggetto di sinistra fassinian-vendoliano)? Saranno chiuse ai tesserati o aperte a tutti magari con qualche accortezza tipo albi e registri vari, per evitare «gazebo inquinati»? Ma poi soprattutto, schivando tutte le incertezze, si finisce sempre lì: e lui, Ignazio Marino, ci sarà? Si prenderà la rivincita dopo la rovinosa cacciata del mese scorso, accompagnata da una ridda di polemiche e di maldipancia interni al partito? «Potrebbe fare come Bassolino a Napoli: annunciare che si candiderà, bruciando tutti sul tempo», confida un collaboratore strettissimo del chirurgo dem.



LE INCOGNITE

Ma l'eterno ritorno d'Ignazio è vincolato alla questione giudiziaria (è indagato per la vicenda degli scontrini) che non gli permetterebbe di correre, qualora a marzo la sua vicenda non fosse archiviata. c'è la seconda ipotesi: una lista civica Marino, guerra aperta al Pd. Significherebbe chiudere con il partito che «ho contribuito a fondare», come ripete sovente. La terza possibilità, più remota e distante nel tempo, prevede che il chirurgo si prenda un po' di tempo per riorganizzare una sua corrente all'interno del partito e ripeta la corsa del 2009, quando si candidò alla segreteria del partito nelle primarie poi vinte da Pier Luigi Bersani: in questo caso, l'ex inquilino del Campidoglio potrebbe cercare di ritagliarsi uno spazio nella minoranza interna che si contrappone a Matteo Renzi, a cui Marino attribuisce gran parte della responsabilità politica della sua cacciata da Palazzo Senatorio.

IL TOUR



Chi gli sta vicino confida: «Al momento è più praticabile l'ipotesi Bassolino». Anche per questo motivo Marino da oggi farà partire un piccolo tour tra la base, con incontri nei circoli, sperando di incontrare quel popolo che nei giorni di trincea gli ha detto, scritto e urlato «di non mollare». Parallelamente è pronto ad attivare anche la seconda leva: la lista Marino. Gli esponenti della civica del chirurgo dem hanno in mente di organizzare una serie di assemblee con i cittadini, per raccontare quanto fatto in questi due anni e mezzo trascorsi sul colle capitolino. Insomma, c'è un certo attivismo politico, e letterario. L'ex sindaco si è rimesso a scrivere il suo libro, il memoriale di denuncia della sua esperienza nel celebre ufficio con vista sui Fori. Non uscirà per Natale ma in primavera, quando impazzerà appunto la campagna elettorale. E potrebbe essere usato proprio come arma politica in un periodo che si annuncia particolarmente complesso per il centrosinistra romano.

L'APPUNTAMENTO



Intanto oggi Marino è atteso a San Basilio, al circolo dem di via Corinaldo. L'incontro - che ha come sottotitolo “La fine dell'esperienza in Campidoglio e le prospettive future” - sta già scuotendo la base democratica. Tanto che il segretario del circolo, Matteo Sculco, si è affrettato a precisare che «siamo pronti a confrontarci con tutti ma con presupposti molto netti e chiari, in primis che non organizziamo questa discussione per rilanciare la figura di Ignazio Marino, ma semmai per celebrare i funerali della sua fallimentare esperienza amministrativa». E anche il presidente del IV Municipio Emiliano Sciascia ha preso immediatamente le distanze, sottolineando la «totale adesione politica alla linea data dal Partito democratico nelle ultime settimane». Ma la reazione della base di San Basilio sarà inevitabilmente il primo test probante per il Marino reloaded stile Bassolino.