L'attore Bevilacqua condannato (e poi assolto) per stalking alla ex fidanzata

L'attore Bevilacqua condannato (e poi assolto) per stalking alla ex fidanzata
di Marco Carta
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 16:03

«Rivoglio il mio cane». Si erano lasciati dopo una relazione tormentata. Ma lui non aveva più riavuto il pincher che aveva regalato all'ex compagna. Un pegno d'amore, che in breve tempo, si è trasformato in un'ossessione per l'attore Emanuel Bevilacqua che ieri mattina è stato condannato dal giudice monocratico ad un anno e 8 mesi per stalking e lesioni al termine di una vicenda giudiziaria che ha avuto inizio nel 2010, dopo decine di denunce e un altro processo in cui era stato assolto. L'uomo è poi stato assolto dalle accuse.

La vicenda

Si era diviso dalla compagna dopo una travagliata storia d'amore.

Poi avrebbe iniziato a molestarla ovunque la incontrasse. Pedinamenti fuori dal supermercato dove la donna lavorava o nei luoghi frequentati durante il tempo libero. Ma anche minacce e aggressioni fisiche, documentate, secondo l'accusa, in numerose denunce. «Non accettava che fosse finita la nostra storia», ha raccontato la donna, secondo cui il cane sarebbe stato solo un pretesto.

 

STALKING
«Quando gli ho detto che lo poteva riprendere - ha spiegato nel corso del processo - non lo ha fatto». Ma per l'attore, invece, quel piccolo pincher, che lui voleva riavere indietro sarebbe stata l'unica causa del suo comportamento molesto, per il quale era stato già portato a processo nel 2013, ma assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Bevilacqua credeva che quella sentenza fosse la fine della sua vicenda giudiziaria. Ma le numerose denunce della donna hanno indotto gli inquirenti ad aprire un'altra indagine, che si è chiusa ieri con la condanna ad un anno e otto mesi per l'attore che, dopo una vita di lavori saltuari, ormai da qualche anno ha intrapreso la strada del cinema, proprio come suo padre e gli zii che avevano recitato per Pasolini in Accattone.

IL CINEMA
Da Ostia fino al sogno Hollywoodiano. È da piazza Gasparri, il fortino del clan Spada sgominato ieri dalle forze dell'ordine, che ha avuto inizio la carriera di Bevilacqua, scoperto per caso da Claudio Caligari, regista del film cult «Amore Tossico». Fu lui nel 1998 a notarlo durante le riprese del film «L'odore della notte», dove Bevilacqua si ritrova ad interpretare la parte del «Rozzo», soprannome che bene descrive le sue qualità di caratterista. A Bevilacqua, attore anche per Dario Argento nel Cartaio, la parte del cattivo riesce piuttosto bene, tanto da essere scritturato in molte fiction di successo: da Distretto di polizia, fino al Commissario Rex o Squadra Antimafia. Il suo nome compare anche fra i credits dell'ultimo capolavoro di Caligari, «Non essere cattivo«, un film a cui avrebbe contribuito anche con i suoi racconti di Ostia che il regista amava ascoltare. Quando la pellicola nel settembre 2015 viene designata per rappresentare il cinema italiano alla selezione per l'Oscar al miglior film straniero del 2016, Caligari è già deceduto, ma Bevilacqua è pronto ad andare insieme a Valerio Mastandrea a rendere omaggio al suo amico scomparso nella capitale del cinema.
 

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