Roma, morta in moto sull'Ostiense: «Elena uccisa dalla strada dissestata»

Roma, morta in moto sull'Ostiense: «Elena uccisa dalla strada dissestata»
di Rosalba Emiliozzi
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Lunedì 7 Maggio 2018, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 13:10

«Era un sogno di ragazza, ora non c'è più per colpa di quelle maledette radici, può essere andata solo così, ho visto le foto, si notano gli avvallamenti sull'asfalto, la strada dissestata». A parlare è Salvatore Viviano, zio di Elena Aubry, la bellissima 25enne morta ieri mattina alle 10,39 in moto lungo via Ostiense, all'altezza del Cineland, nel tratto tra la stazione di Ostia Antica e quella di Lido Nord, costellato da quel pericoloso moto ondoso che d'improvviso fa vibrare le ruote e scaraventa via dalla strada a causa delle radici di albero che rigonfiano l'asfalto.

LA DINAMICA
Il casco di Elena lontano dal corpo, la moto - una Honda Hornet 600 - distrutta dopo aver colpito il guardrail, le piccole montagnole evidenti sulla strada. «Mia nipote andava piano, ce lo hanno detto i vigili» dice lo zio. La ragazza era esperta, guidava il motorino da quando aveva 15 anni e le due ruote erano la sua passione. Cosa sia successo è al vaglio della Polizia locale, ma la famiglia è convinta che le sporgenze della strada abbiano causato l'incidente mortale, puntano il dito sui mini dossi killer dell'Ostiense, una delle strade più pericolose.
La notizia della morte di Elena è stata comunicata da una pattuglia di agenti municipali che ha suonato nella palazzina in via Manassei, zona Monteverde Nuovo. È la casa di zio Salvatore, è toccato a lui dire alla sorella Graziella che «Elena non c'è più». I Viviano sono una famiglia unita, si stringono l'uno all'altro, cercano di capire. Vicino a Salvatore c'è il figlio Massimo, cugino di Elena. Poi giunge Maria Teresa, l'altra sorella di Graziella. Sono tutti sotto choc. Mamma Graziella lascia immediatamente il ristorante di Ostia dove era andata per il pranzo domenicale e si precipita sul luogo dell'incidente, che sta poco lontano: vuole vedere dove Elena è caduta quando stava rientrando a Roma dopo essere stata da amici.

IL RICONOSCIMENTO
A casa di mamma Graziella, in via Roberto Alessandri, traversa di viale dei Colli Portuensi, c'è solo Sofia, 23 anni, sorella minore di Elena, non sa ancora nulla. Comprende che c'è qualcosa che non va. Scoppia a piangere: «Cosa è successo?». Accanto a lei c'è il fidanzato che ha appena saputo del decesso. Poco dopo viene avvisato il fratello maggiore Marco, 29 anni, che vive a Londra. Nel pomeriggio per mamma Graziella e i parenti lo strazio all'obitorio del policlinico di Tor Vergata per il riconoscimento del corpo. «Una ragazza gioiosa, intraprendente, con tanta voglia di fare - dice zia Maria Teresa - era spiritosa, simpatica, audace, con lei si stava bene. Porteremo sempre con noi il suo ricordo». Elena parlava benissimo l'inglese e aveva sempre lavorato, occupandosi di check in nelle case vacanza e nel settore ricettivo. Dopo lo Scientifico aveva iniziato Economia, lasciata poi per l'Accademia d'Arte. Elena dipingeva, era la sua passione dopo la moto.
 

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