Elena Aubry, il processo slitta ancora. La madre: «Uno strazio infinito»

Un intoppo ferma la prima udienza sulla morte della biker sull'Ostiense

Elena Aubry, il processo slitta ancora. La madre: «Uno strazio infinito»
di Adelaide Pierucci
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Martedì 15 Marzo 2022, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 12:38

C'erano i motociclisti fuori dal tribunale in segno di solidarietà e la madre di Elena Aubry, in aula, tesa. Doveva essere il giorno dell'apertura dell'udienza preliminare ieri per il caso della biker uccisa dal manto sconnesso dell'Ostiense il 6 maggio 2018. Ma un intoppo non ha permesso lo svolgimento dell'udienza preliminare che dovrà valutare il rinvio a giudizio in meno di otto imputati, tra dirigenti e funzionari comunali, e responsabili della ditta, tutti accusati di omicidio stradale in concorso per non essersi curati, secondo i pm, della manutenzione della strada. È il secondo rinvio.

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L'udienza che si sarebbe dovuta aprire a gennaio, era slittata a marzo ed ora è stata aggiornata a luglio.

Eppure una piccola novità giudiziaria è trapelata. I difensori di Alessandro Di Carlo, addetto alla sorveglianza della ditta incaricata della manutenzione del tratto, hanno annunciato la richiesta di giudicato in abbreviato. Che però potrà a questo punto essere formalizzata a luglio. «Il nostro assistito è del tutto estraneo alla contestazione», hanno spiegato gli avvocati Marcello Marino e Federica Rizzuti, «L'appalto per la manutenzione ordinaria era scaduto da due settimane. E quindi pur volendo non avrebbe potuto avere alcun ruolo di vigilanza. Per il resto aveva segnalato più volte le anomalie della strada». «Era necessario, infatti, un intervento di manutenzione straordinaria», ha precisato l'avvocato Marino, «come poi effettivamente realizzato».

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DOLORE
Per Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, è stata un'altra giornata di dolore, al quale si è aggiunto il dispiacere dell'intoppo giudiziario. L'udienza è infatti stata subito stoppata o meglio formalmente non è stata proprio aperta per il difetto di notifica alla presentazione di uno degli imputati, un funzionario del Campidoglio. «È uno strazio infinito prepararsi a certi appuntamenti», ha detto Graziella Viviano, «non è una critica alla magistratura, ma dovremmo essere un paese più civile, dovremmo imparare a rispettare il dolore di una madre che ha perso il figlio». «Noi ci sdegniamo per le vittime della guerra», ha aggiunto, «ma non ci sdegniamo abbastanza per le vittime della strada. Mia figlia è stata uccisa da una strada dissestata, si potrebbe dire quasi bombardata. Elena è una vittima di guerra in tempo di pace. Io credo a questo processo. Servirà a prevenire morti». Sono tante le posizioni da chiarire. In cima alla lista dei pubblici ufficiali ci sono gli ultimi due direttori del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana, il Simu: Fabio Pacciani e Roberto Botta. Sarebbe stato loro dovere, secondo il pm Laura Condemi, dare l'ordine di abbattere gli alberi, all'origine del dissesto dell'asfalto deformato dalle radici. Tra gli imputati anche Francesco Compagnoli, responsabile della manutenzione ordinaria del lotto 6 della grande viabilità, e Marco Domizi, responsabile della manutenzione stradale, sono del Simu e i due funzionari del Municipio X: Paolo Fantini, direttore dell'ufficio manutenzione, e Nicola De Berardini, direttore tecnico. Fabrizio Pennacchi è invece il rappresentante legale dell'azienda incaricata di effettuare i lavori in via Ostiense.
 

 

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