IL PERSONAGGIO
Il gestore della galleria monticiana è un nome noto della movida capitolina: Romano Cruciani, patron dimissionario del Circolo degli Artisti, club di spicco dei week end romani situato in via Casilina Vecchia e ora al centro di una vera e propria bufera giudiziaria perchè, a quanto sembra, sarebbe rimasto aperto negli ultimi 16 anni in assenza di regolari licenze e autorizzazioni. E non è tutto. Cruciani, infatti, è già stato indagato dal pubblico ministero Alberto Galanti per smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, per aver sotterrato alcune lastre di eternit, materiale notoriamente dannoso per la salute, in un'area interna al club. L'inchiesta sul circolo è scattata in seguito all'esposto di un ex dipendente, che lavorava come buttafuori a via Casilina e che, di fronte agli agenti di polizia ha reso una dichiarazione fiume denunciando presunte anomalie.
SCAVI ABUSIVI
L'ex gorilla, ascoltato a sommarie informazioni dagli investigatori, ha raccontato anche degli scavi abusivi realizzati in via Baccina, facendo scattare gli accertamenti culminati con il blitz di ieri. Secondo l'esposto, tutto sarebbe iniziato nel 2010, l'anno in cui venne aperta la galleria d'arte, che si trova nello stesso palazzo in cui abita Cruciani. All'interno del locale vennero eseguiti alcuni lavori di ristrutturazione per mettere a norma un'area adibita a bagno. All'intervento edilizio avrebbe partecipato anche il denunciante.
«All'inizio ho dovuto pulire i mattoni delle mura perimetrali che presumo essere di manifattura romana» ha raccontato l'ex dipendente. A metà dell'opera, nel piano interrato dell'immobile, sarebbero venute alla luce una serie di stanze collegate da due corridoi che, come ha specificato il buttafuori «si trovavano nel vano antistante il bagno, dove erano state abbattute le pareti dagli operai precedentemente presenti». L'ex uomo di fiducia di Cruciani ha anche parlato di «danno al patrimonio archeologico» sottolineando come, almeno a prima vista, il locale venuto alla luce sembrasse essere una costruzione di epoca romana. Ha poi fornito una descrizione dettagliata dell'area: «Nelle stanze non c'era pavimentazione ma terriccio, mentre lungo il muro c'era una canaletta di almeno quattro metri fatta presumibilmente di coccio pesto. C'erano alcune anfore e altri reperti che si trovavano in un vano completamente allagato».