«Atac, attentato alla sicurezza
a rischio i passeggeri», sabotaggi
nel mirino della Procura

«Atac, attentato alla sicurezza a rischio i passeggeri», sabotaggi nel mirino della Procura
di Sara Menafra
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Venerdì 1 Giugno 2018, 07:19
Coincidenze, incidenti ripetuti, guasti piccoli e al contempo molto pericolosi per vetture diverse (tram o autobus). Da giorni è chiaro che potrebbe esserci un unico filo a collegare la raffica di guasti che ha martirizzato il trasporto pubblico romano, in particolare da novembre ad oggi. Ora, però, la procura ha deciso di far fare un salto di qualità all'inchiesta, non solo raggruppando tutti i guasti e presunti sabotaggi in un unico fascicolo, ma ipotizzando per tutti il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Violazione del codice penale che, aggravata, prevede pene fino a dieci anni ed è dunque ben più pesante dell'ipotesi di sabotaggio di cui si era parlato inizialmente (in questo caso le pene arrivano al massimo a tre anni).

LE DENUNCE
Nell'unico fascicolo sono confluite le decine di segnalazioni arrivate dai vertici di Atac in questi mesi, e in particolare nei giorni scorsi quando alcuni manager dell'azienda del trasporto pubblico hanno contattato i magistrati per consegnare documenti e segnalare le stranezze di incidenti ripetuti o pezzi evidentemente manomessi. Per i veicoli andati a fuoco a questa ipotesi si somma quella di incendio colposo.
Le verifiche sono a tutto campo e non è dunque ancora chiaro se nell'elenco finirà anche l'autobus saltato in aria in via del Tritone circa un mese fa. Per quell'incidente, la doppia ipotesi di attentato alla sicurezza dei trasporti e incendio colposo era stata avanzata fin dal principio. La scelta dei pm di parlare per tutti i guasti di attentato fa capire che l'indagine ha imboccato una strada diversa. Che tiene conto delle tensioni interne all'azienda. Quella per il contratto firmato dai confederali a novembre scorso, proprio quando i guasti hanno preso ad aumentare esponenzialmente, di circa il 70% in più rispetto al passato. E quella in vista del concordato ora in discussione (la procura deve rispondere entro 2 settimane).

1 CASO OGNI 2 GIORNI
Negli ultimi due mesi, si è arrivati alla cifra di trenta guasti sospetti solo sui tram in uscita dai due depositi di via Prenestina, l'ultimo sabato scorso. I guasti sono sempre gli stessi e solo i controlli all'uscita hanno impedito che accadesse un incidente più serio. Tutte le volte a non funzionare è la sabbiera dei freni, ovvero il meccanismo che fa rallentare i mezzi o li fa affrontare le salite. Lo scorso aprile è accaduto, invece, che ben nove tram della popolare linea 8, che collega il centro a Trastevere ed è sempre molto affollata, fossero bloccati appena in tempo, prima che lasciassero le officine con i freni bloccati da pezzi di legno o plastica.
Per gli autobus, invece, i controlli riguardano sei depositi sparsi in tutta la città, anche in questo caso con ripetute coincidenze. Sebbene tutti i sistemi di controllo interno ai depositi, dalle telecamere ai badge che registrano entrata e uscita del personale, la procura intende verificare anche i percorsi dei mezzi che hanno subito maggiori problemi. Una delle ipotesi, infatti, è che chi voleva danneggiare i veicoli, impedendone la circolazione, abbia agito lontano da occhi indiscreti o dalle telecamere a circuito chiuso.
Sull'autobus andato a fuoco in pieno centro lo scorso 8 maggio, intanto, prosegue la perizia tecnica. Non è stata abbandonata l'ipotesi che i filtri antismog abbiano problemi di omologazione.
 
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