L'ARRESTO
I fatti risalgono al 20 aprile 2013. Calvani chiama la polizia lamentando di non poter recuperare alcuni oggetti di sua proprietà che sarebbero rimasti in casa dell'ex fidanzato. «La persona con cui vivevo non mi fa entrare - dice l'attore - ha cambiato la serratura». Il tono è rilassato, il giovane non parla di liti o di situazioni di pericolo. Nonostante questo, sul posto arrivano addirittura tre pattuglie. Sei agenti suonano alla porta di Marra, che sta dormendo. Lui apre in pigiama, è scalzo. Il conduttore s'identifica, ma gli agenti gli chiedono con forza di mostrare i documenti. Marra si volta per prendere la carta d'identità, tenta di accostare l'uscio. La situazione degenera: i poliziotti fanno praticamente irruzione, il giornalista si divincola in modo animato.
«Lasciatemi, fatemi prendere i documenti... cosa state facendo!» urla. I dirimpettai escono sul pianerottolo, assistono alla scena. Racconteranno di essersi spaventati per l'atteggiamento delle forze dell'ordine. I poliziotti, poi, ammanettano Marra e lo trascinano lungo le scale. Non gli danno nemmeno il tempo di infilare le scarpe. Il conduttore resta per due giorni nella cella di sicurezza. L'arresto viene convalidato dallo stesso giudice che, a distanza di tre anni, pronuncerà sentenza di assoluzione. Nel verbale del 2013 si legge che Marra avrebbe assunto un atteggiamento minaccioso e ingiurioso. Un agente, dopo una visita al pronto soccorso durata meno di 10 minuti - è scritto nella cartella clinica - ha lamentato di aver riportato lesioni al dito mignolo, apparentemente minime. «Mi sembrava un'abrasione non degna di nota» dichiarerà una teste. «E' la fine di un incubo - ha detto Marra - Ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Sono certo che avremo giustizia fino in fondo».