Il cielo si fa nero, le antenne si piegano, i lucernari non mandano più luce. Un'invasione di uccelli alla Hitchcock. «Aiuto, in Prati sono tornati gli stormi». Da qualche giorno il quartiere Prati è assediato da centinaia, migliaia di volatili, si spostano padroni del cielo e non solo, dai palazzi agli alberi, dalle grondaie ai terrazzi. «Un rumore incredibile, uno spettacolo davvero inquietante - racconta Paolo un condomino di via Famagosta - pensavo piovesse invece sul lucernario della tromba delle scale ho scoperto che si erano posati tutti in fila centinaia e centinaia di volatili: tutti lì fermi immobili, un fenomeno mai visto. Un conto è vederli in cielo, un altro così vicino». Tutta la zona, da via Otranto, viale delle Milizie e viale Giulio Cesare è interessata da questa migrazione imponente. «Insomma, siamo assediati».
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SOS PORTIERE
Con qualche regalo spiacevole che cade dal cielo al loro passaggio, la paura che torni il pericoloso guano che era stato debellato.
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IL CORTO
Che gli stormi abbiano sempre avuto una passione per Prati con ripercussioni pericolose sulla viabilità per via del guano è confermato da un documentario girato proprio sui tetti della signora Elena tra il 93 e il 94 da Nanni Moretti: Il grido d'angoscia dell'uccello predatore, tra gli interpreti Silvio Orlando e Carlo Mazzacurati. Doveva far parte di Aprile ma poi il regista ne fece un corto a parte presentato a Cannes nel 2003. «Un luogo storico per gli storni - ricorda un abitante - tra viale delle Milizie e viale Angelico ci sono sempre stati. Usando una sorta di altoparlanti sui terrazzi sparirono per sempre».
L'ESPERTO
Ora sono tornati, in forze. Spiega Bruno Cignini, docente del Dipartimento di Biologia all'Università di Tor Vergata, da una vita esperto in materia, «ora insegno gestione della fauna urbana, seguo gli storni dagli anni 80, quando arrivarono e lavoravo al Comune. Fu messo a punto un sistema di allontanamento, il grido di stress, verso che emette lo storno quando è in pericolo e tutto il gruppo scappa. Un sistema usato più volte, tranne dalla precedente Amministrazione, che ha usato falchi addestrati secondo me non scarsi risultati».
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Per Cignini è questione di giorni, «a ottobre vengono a svernare qui, una settimana al massimo a febbraio se ne andranno appena cala il freddo». Ma perché sono tornati in Prati: «I botti di Capodanno avranno provocato in loro un disturbo generalizzato tale da indurli a cambiare assetto dormitorio. Prima stavano Termini, all'Eur, soprattutto. Scelgono la città perché è più calda, i luoghi dove ci sono alberi e traffico intenso. Sono dei pendolari: la mattina volano verso le zone periferiche e vanno a mangiare, al tramonto tornano nel dormitorio dove si sono trovati meglio. Hanno riscoperto Prati, un vecchio amore. Vicina al Tevere, nella parte bassa di Roma». Sono svegli. «Il loro modo di spostarsi è stato studiato anche dal Premio Nobel Giorgo Parisi che ha scritto un libro In un volo di storni». Bello vederli volteggiare lontano, meno vederli calare a frotte nel condominio.