Roma, alla Lipu di Villa Borghese la famiglia dei rapaci notturni si allarga: arrivano due minuscoli pulli di civetta caduti dal nido

La Civetta tra mito e realtà: dalle streghe, alla dea Atena, da Pascoli alla sfortuna e infine a Edwigw di Harrry Potter

Du polli di civetta arrivati a Villa Borghese
di Raffaele Marra
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Giovedì 6 Luglio 2023, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 07:13

Che ci fanno questi due batuffoli fuori dal nido? Si sono chiesti alla Lipu quando se li sono visti davanti in mano ai ragazzi che glieli hanno portati? Questo è un periodo particolare per la Lipu e ancor di più per la sezione che riguarda gli animali selvatici, e ancor di più gli uccelli sia rapaci che no. «Sappiamo cosa sia successo loro, ma una cosa è certa, a questa età non avrebbero dovuto trovarsi a terra, dove fortunatamente due ragazzi li hanno recuperati salvando loro la vita dicono della Lipu - Piccoli come sono, forse non li avete riconosciuti? Ma testa e zampe sono così caratteristiche da non lasciare dubbi: si tratta di pulli di pochi giorni di un rapace notturno, la civetta». Le civette nidificano nelle cavità degli alberi, delle rocce o dei muri, deponendo da 2 a 5 uova. La schiusa avviene dopo circa un mese, periodo in cui il maschio supporta la femmina intenta nella cova procurandogli il cibo. È necessario un altro mese perché i piccoli possano lasciare il nido, anche se sono ancora totalmente dipendenti dai genitori, e non possono ancora seguirli in volo. Questo periodo di apprendimento serve al genitore per insegnare ai piccoli le tecniche di caccia, come riconoscere i pericoli e in generale come cavarsela da soli.«Le civette sono state trovate a terra, cadute dal nido, non sappiamo per mano dell’uomo o di un predatore - dice Francesca Manzia responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu Roma di Villa Borghese - hanno pochi giorni, ce le hanno portate immediatamente, le civette essendo più presenti sul nostro territorio sono quelle più presenti anche qui nel centro, sono quelle che ricoveriamo di più».

Qualunque cosa sia successo al loro nido, questi due pulli si sono ritrovati a doversela cavare da soli decisamente prima del tempo, ma per fortuna hanno avuto la loro seconda possibilità: sicuramente, ci dicono «Non saremo bravi quanto i loro genitori naturali, ma faremo il massimo possibile per prepararli alla vita libera e selvatica».

La civetta si muove soprattutto nelle ore della notte, è attiva anche al tramonto e all’alba, ma resta vigile durante tutta la giornata. Nell’antica Grecia la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il suo nome scientifico). Era anche l’uccello simbolo della città di Atene. Con il Medioevo la civetta come i gatti diventa il simbolo delle streghe ed è vittima di inutili superstizioni diventando “uccello del malaugurio”. Nella storia la civetta è stata usata invece anche come simbolo di sapienza divina, portata al braccio da un piccolo paggio che tiene al guinzaglio una scimmia che invece in questo caso sta a rappresentare la stupidità (raffigurata così in in alcuni dipinti). O ancora raffigurata così da Giovanni Pascoli in una sua poesia, La Civetta: "...quando tra l'ombre svolò rapida una ombra dall’alto: orma sognata d'un volar di piume, orma di un soffio molle di velluto, che passò l'ombre e scivolò nel lumepallido e muto". Oggi la civetta, come i gufi, è diventata un portafortuna raffigurato su migliaia di portachiavi, t-shirt e altri oggetti. Ad aumentare la fama di questo animale c’è la civetta delle nevi Edwige, uno dei personaggi magici più amati dai fan della fortunatissima saga di Harry Potter che è diventata anche una serie di film campioni di incassi.

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