Ladri georgiani dei furti negli attici a Prati arrestati. «Traditi dai tatuaggi». Alle telecamere mostravano il dito medio

I legami con la mafia russa. Sulle ginocchia avevano impressa la rosa dei venti, simbolo di affiliazione alla criminalità

Ladri georgiani arrestati a Roma, l'anno scorso furti negli attici a Prati. Alle telecamere mostravano il dito medio
di Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 08:16

Il dito medio alzato davanti alle telecamere di videosorveglianza dei condomini era diventato ormai un gesto scaramantico e non solo di scherno. Ma questa volta la giustizia ha avuto la meglio. Tre ladri georgiani, già con precedenti per detenzione d’armi e documenti falsi, sono stati arrestati dalla polizia. Si indaga anche su collegamenti con la mafia russa. Per loro, adesso, si sono spalancate le porte del carcere. Di porte di abitazioni private, invece, Tsotne Gigoidze, 33 anni, e i 32enni Zviadi Mikadze e Vladislav Kodorans (alias Levani Bodalevi) devono averne scassinate diverse. Stando alle indagini dei poliziotti del commissariato Prati, di certo, sono indiziati di essere entrati in due appartamenti di via Bu Meliana per depredarli e di avere tentato il colpo nella non lontana via Fasana nel corso di tre distinte nottate tra la fine di luglio e l’agosto dello scorso anno.

A inchiodarli la comparazione delle loro figure immortalate dalle videocamere con le fotografie già inserite nel sistema Sari di riconoscimento facciale in possesso delle forze dell’ordine, e altre recuperate dai social. Ma anche l’analisi dei tabulati telefonici (le loro utenze risultavano agganciate nelle celle di quartiere al momento dei furti) è stata importante, senza contare, nel caso di Mikadze, i due tatuaggi che cercava di nascondere all’altezza delle ginocchia.

Ossia due rose dei venti con catena, crocifisso e tre caratteri in cirillico. Una simbologia in uso agli affiliati della mafia russa che si riconosce nei cosiddetti “ladri nella legge”, i “Vory v zakone” a cui altre indagini (l’ultima dei carabinieri di Montesacro che hanno arrestato, a gennaio, dieci persone) hanno collegato georgiani dediti ai reati predatori a Roma e non solo. 

SIMBOLI DEI “LADRI IN LEGGE”

Una rosa dei venti sulle spalle, indica che si è di fronte a criminali di alto rango; sulle ginocchia, significa, invece, che il portatore non si inginocchierà mai davanti alle autorità, dando prova di sfida verso la giustizia. Il che troverebbe conferma nel gesto irriverente davanti le telecamere. Oro, gioielli, orologi il bottino della gang. Che prima forzava i portoni di vetro con un cacciavite poi saliva ai piani attico e superattico per forzare le porte. Nel primo colpo, la notte del 30 luglio, la banda ha portato via anche una mannaia dal cassetto della cucina con cui l’indomani ha sfondato il portone di casa di un altro appartamento sempre in via Bu Meliana approfittando dei proprietari in vacanza. Le telecamere li hanno ripresi mentre uscivano con trolley e borsoni, riconosciuti come appena rubati nelle case. Non sono riusciti, però, nel blitz in via Fasana. Alle 4,15 della notte il portiere li ha sentiti armeggiare sulla porta di vetro che non sono riusciti a forzare. Quindi, si sono dileguati.

 

I collegamenti con l’organizzazione criminale d’origine russa? Sarà un caso ma Mikadze si muoveva come un piccolo boss, su auto prese a nolo ad Anzio dove viveva pur risultando senza fissa dimora. In passato era stato già fermato in compagnia di Gigoidze. Il primo aveva un coltello e una patente falsa, il secondo venne trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa con caricatore e cartucce, nonché un passaporto lettone rubato e falsificato e arrestato. Per il gip Roberto Ranazzi «i predetti hanno costituito una vera e propria banda criminale con riparto di compiti destando notevole allarme sociale», di qui l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il pericolo di fuga e reiterazione del reato. Difficile debellare i georgiani specialisti del furto in abitazione. Quasi impossibile trovare traduttori in procura per indagini e processi. Subissata di segnalazioni e doglianze l’ambasciata di Georgia a Roma. Ma i raid proseguono. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA