Dehors a Roma, mossa anti-crisi per bar e ristoranti: il suolo pubblico si potrà pagare a rate

I canoni di concessione in scadenza a fine mese dilazionabili senza interessi

Dehors a Roma, mossa anti-crisi per bar e ristoranti: il suolo pubblico si potrà pagare a rate
di Francesco Pacifico
3 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Ottobre 2022, 07:10

Nuova proroga per i titolari di bar e ristoranti che hanno collocato sedie e tavolini in strada. Dopo quella del governo che ha permesso fino al 31 dicembre le occupazioni suolo pubblico concesse durante il Covid, adesso scende in campo il Comune per aiutare queste categorie: si potranno rateizzare, senza sanzioni e interessi, i pagamenti dei canoni di concessione in scadenza il 31 ottobre prossimo. E parliamo di una cifra rilevante, perché in Campidoglio si stima che le 5.500 Osp straordinarie possano far entrare tra i 15 e i 20 milioni in più di euro rispetto a una voce che nel bilancio del Comune vale circa 70 milioni di euro.
Ieri è stata approvata in giunta un'apposita delibera voluta dalla vicesindaca con delega al Bilancio, Silvia Scozzese, e concordata con la collega al Commercio, Monica Lucarelli. In una nota l'amministrazione capitolina rivendica di aver voluto «un provvedimento di sostegno nei confronti delle imprese di pubblico esercizio, come bar e ristoranti, ancora alle prese con le conseguenze economiche della pandemia in un contesto ora aggravato dalla crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina».

Tavolini a Roma, altra proroga. Permessi più rapidi per le nuove pedane


I titolari di questi esercizi potranno pagare in due rate il canone per le occupazioni di suolo pubblico straordinarie autorizzate durante l'emergenza Covid, relativo al secondo semestre dell'anno: invece del termine naturale del 31 ottobre prossimo, l'imposta sarà versata in due tranche, la prima con scadenza al 15 novembre e l'altra al 15 dicembre. Il tutto senza dover applicare sanzioni o interessi.
GLI OBIETTIVI
Sempre la giunta fa sapere che «resta invariato l'impegno dell'amministrazione per coniugare, come fatto in questi mesi, il doveroso sostegno alle attività con le esigenze di decoro della città, soprattutto nelle zone più turistiche, disciplinando con maggiori controlli un utilizzo ordinato di tavolini e dehors». È vero che il Campidoglio si è mosso finora in maniera molto cauta, ma a ben guardare gli obiettivi su questo fronte sono molto più impegnativi e complessi della stessa azione per reprimere gli abusi di tavolino selvaggio. Che è l'attività meglio incardinata.
Complici il caro-bollette e l'aumento delle materie prime, da mesi le categorie degli esercenti bussano alla porta del Comune per ottenere sgravi su altre imposte, come la Tari, sulle quali però l'amministrazione comunale non ha competenze dirette.

In poche parole, i margini per una riduzione del dovuto sono quasi inesistenti. Anche perché l'aumento dell'energia farà spendere al Campidoglio per le sue utenze almeno 80 milioni in più di euro. In ogni caso, soltanto dopo l'approvazione del bilancio, si capirà se sono disponibili risorse per aiuti alle imprese.


In questo clima il Comune non soltanto deve provare a riportare i livelli di occupazione pubblica ai periodi precedenti al Covid - lo stesso sindaco Roberto Gualtieri e la presidente del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi, hanno stigmatizzato in passato le proroghe del governo - ma deve contrattare con le associazioni dei titolari di bar e ristoranti provvedimenti che la città attende da tempo: il nuovo regolamento delle Osp e soprattutto il catalogo degli arredi, cioè il tipo di tavolini, sedie o ombrelloni che si possono montare in strada e che anche seguendo i canoni della Sovrintendenza non stridono con il decoro cittadino. Misure queste che la giunta vorrebbe quanto meno concordare con le parti in causa entro la fine dell'anno.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA