Ubriaco violenta e sequestra una donna, la vittima lo aveva ospitato in casa rispondendo ad un annuncio

Centocelle, 44enne peruviana abusata e sequestrata in casa da un connazionale

Ubriaco violenta e sequestra una donna, la vittima lo aveva ospitato in casa rispondendo ad un annuncio
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 6 Luglio 2023, 22:48

«Non mi sarei mai aspettata quanto è accaduto, l’avevo solo ospitato per qualche giorno rispondendo a un annuncio che aveva scritto su un gruppo di nostri connazionali». Cercava casa e così Francesca - il nome è di fantasia - una donna peruviana di 44 anni, aveva risposto mettendo a disposizione dell’uomo, classe 1988, una stanza nel suo appartamento. Si fidava pur non conoscendolo perché in quel gruppo social dove il 35enne aveva chiesto aiuto perché non aveva un posto dove stare, Francesca da quando vive in Italia aveva trovato amici e punti di riferimento. Risposte a piccoli e grandi problemi di tutti i giorni. L’uomo, anche lui peruviano, si è così trasferito a casa della donna in zona Centocelle nei primi giorni di giugno. Avevano pattuito un’ospitalità gratuita per 15 giorni e tutto sembrava andar bene fino al pomeriggio del 17 giugno quando l’uomo, il giorno prima di lasciare l’abitazione, ha sequestrato la donna in casa violentandola brutalmente.

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LA DINAMICA

L’aggressione è stata resa nota ieri dopo la convalida dell’arresto eseguito in flagranza dai carabinieri della Compagnia Casilino.

Era il tardo pomeriggio quel sabato di tre settimane fa. Francesca era in casa e anche l’uomo che pare stesse preparando le sue cose proprio per lasciare l’appartamento ma aveva cominciato a bere e tanto. In preda ai fumi dell’alcol ha iniziato a provocare la donna ma lei si è opposta. Così ha chiuso a chiave la porta di casa, afferrato un coltello e l’ha minacciata di morte se non fosse stata buona e zitta. Alla violenza sessuale si sono aggiunte le percosse il referto dell’ospedale parla chiaro: 40 giorni di prognosi. Dopo la violenza, seppur stordita e dolorante, la donna riesce a fuggire da quell’appartamento, trova le chiave per aprire la porta e inizia a correre giù per le scale, urla alcuni vicini aprono la porta spaventati, provano a fermarla per soccorrerla ma lei è già in strada. Così avvisano chiamano l’ex marito che fino a qualche mese fa abitava con lei. L’uomo prova a chiamarla ma il cellulare squilla a vuoto così decide di precipitarsi a Centocelle e lungo la strada ferma una pattuglia dei carabinieri impegnata nel controllo del territorio. I militari arrivano alla palazzina e corrono verso l’appartamento trovando l’aggressore che però si era barricato dentro. Per evitare di essere preso dai vicini che avevano capito cosa fosse successo, aveva spostato dei mobili per tenere bloccata la porta. I carabinieri riescono comunque ad entrare e lo trovano intento a legare delle lenzuola: il 35enne li stava annodando per realizzare una “corda” con cui calarsi dalla finestra del secondo piano non avendo altre vie di fuga. Alla vista dei militari non solo ha opposto resistenza, ma ha provato per giunta a corromperne uno tirando via dalla tasca dei pantaloni una banconota da 20 euro. È stato fermato e arrestato per violenza sessuale, sequestro di persona, minaccia aggravata, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e istigazione alla corruzione.

LA FUGA

La vittima invece una volta fuggita da quella palazzina si era rifugiata in una chiesa, la parrocchia di San Felice da Cantalice che si trova non molto lontano dall’appartamento. Aveva con sé il cellulare pur non avendo risposto all’ex marito e anche ai vicini che continuavano a cercarla. Quando ha capito che il suo “coinquilino” era stato fermato e che in casa c’erano i carabinieri è tornata indietro. Quella violenza subita con le botte che pure le erano state date, ce l’aveva scritta in faccia. Soccorsa in un primo momento sul posto, è stata poi trasferita in ospedale. «Non potevo credere che sarebbe successa una cosa del genere - avrebbe detto varcando la soglia del nosocomio ai militari - l’avevo solo ospitato in casa perché diceva di aver bisogno di aiuto». Rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, il suo arresto è stato convalidato e da verifiche è emerso come nel tempo avesse già collezionato altri precedenti.

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