Gli è apparso come un gioco e non poteva essere altrimenti considerata l'età. A soli tre anni si è avvicinato a quello specchio d'acqua che, in ragione dell'orario e della luce del tramonto, rendeva indietro dei piccoli cristalli di luce. E forse quel bambino, cui non è stato possibile salvare la vita, ha pensato di poterli toccare. È caduto nella piscina e l'acqua lo ha risucchiato. Si è consumata così domenica sera una tragedia nel centro sportivo di viale della Primavera 64, quartiere Centocelle. Un bambino ivoriano di soli tre anni, sfuggito al controllo di familiari e amici, riuniti per un battesimo, è caduto nella piscina che il centro era prossimo ad aprire in vista della nuova stagione ed è morto. Il suo corpicino è stato tirato su dall'acqua dopo 40 minuti dalla scomparsa. Vani i tentativi di rianimarlo e ora con un fascicolo aperto in Procura è molto probabile che alla madre venga contestata l'omessa vigilanza sul minore con la seguente iscrizione sul registro degli indagati.
Rieti, il bimbo ivoriano morto annegato a Roma viveva a Fara Sabina
LA DINAMICA
Domenica pomeriggio: sono da poco trascorse le 19 quando una pattuglia dei carabinieri della compagnia Roma Casilina, impegnata nel controllo del territorio, si ferma per le urla disumane che provengono dalla struttura.
IL PRECEDENTE
Bisogna tornare al primo pomeriggio quando nel centro si riuniscono una cinquantina di persone, tutte della comunità ivoriana, per la festa di battesimo di un altro bambino. Il piccolo arriva con la madre da Fara Sabina, la donna ha 37 anni e vive in Italia ormai da tempo. Il papà invece è rimasto a casa. Si festeggia, si scherza e si gioca. Già il piccolo prima di affogare si era allontanato senza che la madre se ne preoccupasse tanto è vero che alcune persone che stavano giocando a calcetto trovandosi quel piccolo in campo glielo avevano riportato. Ma questo non è bastato a tenerlo sotto controllo. Il piccolo si allontana di nuovo e riesce a intrufolarsi nella zona della piscina che è stata da poco riempita in vista dell'apertura al pubblico. Probabilmente è entrato da una rete o attraverso un pertugio che si confaceva al suo corpicino. I titolari garantiscono che era impossibile accedere alla piscina, al vaglio degli inquirenti anche i video della vigilanza interna che, tristemente, pare abbiano immortalato la scena. Di certo nella piscina non c'erano bagnanti e, dunque, non c'era nessuno a controllare. La madre con gli amici ivoriani è lontana stanno festeggiando, lui cade e affoga ma quando il gruppo si accorge della sua assenza sono trascorsi ormai 40 minuti. È troppo tardi. Viene trovato già morto, steso in acqua. Nei prossimi giorni si darà corso all'autopsia.
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