«Dalla riunione al Nazareno viene fuori un percorso chiaro, trasparente, rispettoso nei confronti del futuro di Roma», affermano il commissario del Pd romano Matteo Orfini e il capogruppo in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, al termine della lunga riunione al Nazareno dalla quale è emersa la decisione di presentare le dimissioni dei consiglieri comunali del Pd.
«Domani Roma volta pagina - aggiungono - e non perchè lo ha deciso questo o quel partito, ma perchè, andando oltre egoismi e personalismi, la nostra città merita affidabilità, governo quotidiano e una rinascita civica su cui lavoreremo da subito». Un nuovo inizio è necessario, spiegano, «per fare chiarezza una volta per tutte e per mettere in condizione la città di affrontare con serenità un quotidiano da troppo tempo trascurato e la straordinarietà di un grande appuntamento come il Giubileo che sarà un momento di rinascita per la città, sull'esempio milanese di Expo»
Lo scouting del Pd, intanto, avrebbe dato i suoi frutti: nel pomeriggio sarebbe stata raggiunta la quota dei 25 consiglieri comunali pronti a dimettersi per obbligare Ignazio Marino alle dimissioni, che oggi ha ritirato. Ai 19 del Pd, secondo quanto si apprende, si unirebbero quattro dell'opposizione e due della maggioranza.
Il consigliere Sveva Belviso, del gruppo l'Altra Destra ha annunciato che «nel caso ci fossero le 25 firme contestuali, sono pronta a dimettermi». A parte la Belviso, anche Daniele Parrucci (Centro democratico), Roberto Cantiani (Gruppo Pdl), Alfio Marchini e Alessandro Onorato, Svetlana Celli (Lista Marino) e Mino Dinoi (Gruppo misto), Sveva Belviso (Altra destra) potrebbero «aiutare» il Pd a cacciare il sindaco Ignazio Marino dal Campidoglio. Per guidare gli «ambasciatori» del Pd, secondo quanto si è appreso, si sarebbero mossi gli uomini più vicini a Renzi fino al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti. Le dimissioni, come prevede il Tuel, per provocare lo scioglimento dell'assemblea dovranno essere protocollate contestualmente da tutti i consiglieri.
Niente dimissioni per il M5S, che è pronto anche a firmare una mozione di sfiducia al sindaco del Pd ma non a far dimettere i suoi consiglieri, almeno - spiegano fonti del Movimento - fino a quando non vedranno le dimissioni dei 19 consiglieri del Pd.
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