Roma, allarme incendi. Il piano del Campidoglio: «Abbattere gli alberi»

Roma, allarme incendi. Il piano del Campidoglio: «Abbattere gli alberi»
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Giugno 2018, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 09:03
La minaccia degli incendi è alle porte? Vai con l'accetta per tagliare alberi e arbusti. E pazienza se a diradarsi sono i grandi polmoni verdi di Roma. La ricetta del Campidoglio grillino è chiara: abbattere le piante, «in via preventiva», per evitare che facciano da miccia ai roghi del futuro. Che è un po' come cancellare le patenti per ridurre il traffico o svuotare casa per scoraggiare i ladri. Tant'è. La strategia, chiamiamola così, è stata messa nero su bianco in una serie di documenti sfornati dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale. Uno dei punti chiave è «l'eliminazione delle piante per contrastare la propagazione delle fiamme.

IL DOCUMENTO
I tecnici del Comune, ora che la bella stagione è agli inizi, hanno deciso di non farsi trovare impreparati e questo è certamente positivo dato che l'anno passato diverse zone di Roma e dintorni, dalla Pontina a Battistini, hanno avuto a che fare con pire rovinose e gigantesche e minacciose nubi nere sopra la città.

Il Campidoglio a fine aprile ha cominciato a dare la caccia a un super-esperto a cui affidare il progetto per «recuperare le aree boschive percorse dal fuoco all'interno della riserva naturale del litorale romano», a partire dalla grande pineta di Castel Fusano. Lì dove, secondo Virgilio, i fati condussero Enea, oggi si trovano sterpaglie bruciacchiate, zolle incenerite e tronchi anneriti dal fuoco. Lo sanno bene anche gli esperti del Comune, che difatti in una serie documenti interni annotano: «Il territorio della riserva è stato interessato dal fenomeno degli incendi boschivi di vaste dimensioni nell'estate 2017», roghi che hanno «distrutto circa 150-200 ettari di bosco».

E resta incredibilmente traccia di un'altra sciagurata combustione, vecchia di 18 anni: era il 4 luglio 2000, nella pineta di Castel Fusano, scrivono i tecnici capitolini, l'incendio «aveva interessato una superficie di circa 260 ettari». Ovvio che la «perdita del patrimonio forestale determina diverse perdite, economiche ma anche relative ai servizi idrogeologici, naturalistici, climatici, paesaggistici e ricreativi». Ecco perché quest'anno si vorrebbe scongiurare un remake fumante dell'estate passata. Il progetto che ha in mente il Comune di Roma, allora, si divide in due fasi: la prima riguarda la bonifica dell'area già devastata dalle fiamme, con una serie di piantumazioni, semine di lecci, cerri e farnetti, interventi di «succisione», cioè tagli da cui possano spuntare nuove gemme.

L'INTERVENTO
La seconda invece prevede interventi «nell'area non percorsa dal fuoco», come dire, in via prudenziale. E a questo proposito nelle carte del Campidoglio si legge testualmente la linea da seguire: «Su tutta la pineta non interessata dal fuoco, al fine di prevenire futuri incendi devastanti, si rende necessario effettuare un intervento di diradamento dal basso con eliminazione delle piante dominate, compromesse», ma anche di quelle «con eccessiva densità». Insomma diradare, ragionano in Comune, è l'unica via per «contrastare la propagazione delle fiamme».

E ancora riporta il documento consultato da Il Messaggero: «Lo scopo è quello di creare soluzioni di continuità tra le chiome sia in senso orizzontale, tra alberi adiacenti, sia in senso verticale con la vegetazione dominata».
Si parla espressamente di «interventi di diradamento» nella zona «non percorsa dal fuoco» sia nella relazione tecnica al progetto, che nel capitolato speciale. Ora non resta che assegnare la commessa. Poi partiranno i colpi di accetta. Le fiamme, chissà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA