Olimpiadi, lo stallo di Roma ora fa sognare Milano

Olimpiadi, lo stallo di Roma ora fa sognare Milano
di Lorenzo De Cicco e Alberto Gentili
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Martedì 30 Agosto 2016, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 00:49


ROMA L'idea del governo di far correre Milano per aggiudicarsi le Olimpiadi del 2028 o 2032, nel caso in cui il Campidoglio a guida grillina dovesse confermare il suo rifiuto alla candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024, ha suscitato due reazioni.
La prima: il sindaco Virginia Raggi, incontrando in Campidoglio il presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli, ha lanciato segnali di non belligeranza. E ha di nuovo preso tempo: «Con Malagò a Pancalli ci incontreremo dopo l'estate. A settembre. E sarà allora che discuteremo della candidatura di Roma». Dunque, presumibilmente, il momento della verità scatterà dopo il 18 settembre, quando Pancalli rientrerà da Rio de Janeiro, a conclusione dei Giochi paralimpici. La seconda reazione: il governatore lombardo, Roberto Maroni, si è affrettato a mettere il cappello sull'eventuale candidatura di Milano, innescando la reazione infastidita del sindaco meneghino Beppe Sala che ha mostrato di non apprezzare il sorpasso dell'esponente leghista.
Ma andiamo con ordine. Palazzo Chigi continua a preferire l'opzione-Roma. Per non far perdere però al sistema-Paese «questa opportunità straordinaria» ha deciso, nel caso in cui la Raggi confermasse il suo rifiuto alla candidatura della Capitale (le altre città candidate sono Parigi, Los Angeles e Budapest), di lanciare Milano. Non per i Giochi del 2024, visto che ormai i termini sono scaduti. Ma per quelli del 2028, se non fosse Parigi ad aggiudicarsi l'edizione del 2024. Oppure per le Olimpiadi del 2032, nel rispetto del principio di alternanza tra continenti, se a spuntarla per il 2024 fosse la capitale francese. Come finirà si saprà tra dodici mesi, quando il Comitato olimpico internazionale (Cio) assegnerà i Giochi che si celebreranno tra otto anni.
 
DISFIDA MENEGHINA
Nell'attesa di conoscere l'epilogo romano di metà settembre, Milano si è fatta avanti. Il governatore leghista Maroni ha lasciato capire di voler cavalcare l'opzione allo studio del governo anticipata da Il Messaggero. E, su Facebook, utilizzando lo stemma del Comune meneghino, ha lanciato un sondaggio: «Qualcuno mi chiede se la Regione è disponibile a sostenere la candidatura di Milano (al posto di Roma) per le Olimpiadi 2024. Voi cosa pensate?».
Peccato che Maroni abbia sbagliato la data dell'eventuale candidatura. E a questo si è appigliato il sindaco Sala per stoppare la mossa del rivale: «Sono sempre stato favorevole ai grandi eventi e sono convinto che possano essere una grande opportunità per la città che li organizza. In questo caso, però, si tratta di una situazione particolare. Secondo le regole del Cio non si può sostituire Milano a Roma nella candidatura alle Olimpiadi 2024. Bisognerebbe quindi pensare all'edizione del 2028 (nel caso l'edizione 2024 fosse assegnata a una città non europea) o addirittura del 2032». Conclusione: «Viste le urgenze di oggi, penso non sia questo il momento giusto per parlarne. Togliamo il tema dal tavolo e affrontiamo questioni più importanti per i milanesi e gli italiani». Uno stop tattico, dato che in campagna elettorale Sala aveva più volte dichiarato: «Se Roma non vuole le Olimpiadi, pensiamoci, perché a Milano abbiamo fatto un Expo straordinario».

CAMBIO DI PASSO
Prima, in ogni caso, va capito cosa deciderà la giunta grillina, in una posizione non facile: da una parte le pressioni per lo stop del duo Taverna-Di Battista, dall'altra la linea di Luigi Di Maio, leader in pectore del Movimento, che spinge per il «rispetto» delle istituzioni. Di certo dopo la fuga in avanti sul «no imminente», fatta trapelare alle agenzie stampa nella mattinata di sabato, lo scenario nelle ultime ore è cambiato. Virginia Raggi sceglie la prudenza. Prima alla festa del Fatto, domenica, poi ieri incontrando i campioni paralimpici, ha rinviato di nuovo: la decisione arriverà solo «dopo l'incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò», a settembre inoltrato. Nessuna fuga in avanti.

LA RIUNIONE SEGRETA
Più delle parole dette a favore di microfono, conta quello che è successo lontano dalle telecamere. Oltre un'ora di colloquio tra Pancalli, che è anche vicepresidente del comitato Roma 2024, e il braccio destro della Raggi, il vicesindaco Daniele Frongia, che ha la delega allo Sport. Si è parlato a lungo degli impianti sportivi di Roma, in particolare di uno: il Tre Fontane, il centro di avviamento paralimpico fermo da anni per colpa della burocrazia. Ma anche uno degli impianti chiave nel «dossier 2024» consegnato al Cio. Segnali. La stessa Raggi ieri ha usato parole diverse rispetto al passato. E pur ribadendo che «le priorità che ci hanno indicato i romani sono trasporti, rifiuti, stop agli sprechi», ha parlato del «sogno olimpico», spiegando che «i sogni sono importantissimi» e che «le Olimpiadi sono una importante occasione di sport, ma olimpici non si diventa, si cresce: dobbiamo valorizzare gli impianti comunali, che purtroppo oggi sono lasciati un po' all'abbandono».

 

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