IL GABINETTO DEL SINDACO
Il sindaco ha la facoltà di scegliere i membri del suo gabinetto, ma se vuole anche nominarli dirigenti deve rispettare le procedure. E in questo caso non c’è stato un bando pubblico, che sarebbe stato evitabile se la fidata collaboratrice di Fucito fosse stata arruolata in Campidoglio «di comando», ovvero senza aspettativa e con «la stessa qualifica» dell’ente pubblico di provenienza come previsto dalla legge 165 del 2001, peraltro citata nella delibera. Invece la Frati, nel passaggio dal Senato al Comune, è stata promossa dirigente, posizione ben diversa da quella di segretaria parlamentare, trattandosi di una funzionaria che nella gerarchia di Palazzo Madama ha una mansione inferiore addirittura a quella di stenografa. La legge prevede infatti che le amministrazioni debbano «in ogni caso rendere pubbliche le disponibilità dei posti da ricoprire, fissando i criteri di scelta».
NESSUN CONCORSO
Per ottenere la promozione come dirigente esterna poi sarebbe stato necessario il bando. Il regolamento comunale parla chiaro: prima dell’assunzione «l’amministrazione rende conoscibili mediante pubblicazione sul sito istituzionale, le posizioni disponibili nella macrostruttura acquisendo le eventuali disponibilità dei dirigenti interessati». Inoltrei, il candidato deve dimostrare «comprovata esperienza professionale», che significa «aver svolto ruoli dirigenziali per almeno un quinquennio, oppure essere in possesso di una particolare specializzazione professionale. La delibera che assume la fedelissima del capo di gabinetto parla di “qualificata esperienza professionale” per la Frati, ma non essendoci stato un bando pubblico nessuno ha potuto dimostrare di avere maggiori titoli. Qualcuno si è accorto delle possibili anomalie della nomina. Alcuni sindacati in questi giorni stanno chiedendo accesso agli atti del Comune per capire se tutto è avvenuto a norma di legge oppure no.
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