Roma, il consiglio comunale lumaca e le ferie d'agosto: solo 194 delibere in un anno

Roma, il consiglio comunale lumaca e le ferie d'agosto: solo 194 delibere in un anno
di Simone Canettieri
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Venerdì 4 Agosto 2017, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 10:55
Sono onorevoli vacanze? Non si sa: di sicuro gli «onorevoli romani», titolo di cui si fregiano gli eletti dell'Aula Giulio Cesare, chiudono bottega per un bel po'. Il consiglio comunale della Capitale va in ferie da oggi fino al 28 agosto. All'orizzonte dunque oltre tre settimane - anche se le commissioni funzioneranno ancora per qualche giorno - di «stacco» per la maggioranza pentastellata e per le varie minoranze di destra e sinistra (intanto il Pd avvisa, e non si sa se è una minaccia, che rimarrà operativo per tutto agosto in città).
E così anche gli eroi dell'assemblea capitolina conosceranno il mare (o la montagna, a seconda dei gusti) ma «tanto noi abbiamo le chat, anche sotto l'ombrellone saremo operativi», dice un grillino in versione stakanovista 2.0.
Attenzione: è uno stop nella norma come tempi, quello dei lavori dell'Aula romana, se si fanno paragoni con il parlamento o con altri consigli comunali o con quello regionale che sostiene Nicola Zingaretti (che non è un altro fulgido esempio di turbo-lavoro).

Il relax di Palazzo Senatorio si inserisce in una produzione non proprio matta e disperatissimo che, con un calembour, rispecchia, per i detrattatori, una vacanza amministrativa che va avanti da un anno. Da quando è in carica l'amministrazione Raggi, l'Aula presieduta dal grillino Marcello De Vito si è riunita 90 volte in poco più di un anno. Ovvero 35 sedute nel 2016 e 55 fino a ieri. Diverso però, e qui sta la differenza di tutto, è l'impatto degli atti approvati. Il pallottoliere dice 194, l'ultima delibera è stata licenziata proprio nella seduta di ieri, quella del saluto prima delle vacanze, appunto.

Si tratta del regolamento sul trasporto scolastico. Il numero è comunque imponente (due delibere per seduta) ma se si squadernano i documenti, si scopre che finora l'80% ha investito sempre lo stesso e unico tema: il riconoscimento e l'approvazione dei debiti fuori bilancio da parte dell'assemblea. Il resto, cioè gli spicci, sono tutti gli altri provvedimenti. «Il problema non è nostro ma della giunta che non produce atti da sottoporci», è la difesa della maggioranza pentastellata che spesso si scagiona ricordando, sottovoce, che in un anno i due delibere su tre dell'esecutivo Raggi hanno riguardato le nomine, fatte e da rifare.

I RISPARMI
L'altra faccia della medaglia, invece, parla di risparmi. La presidenza De Vito ha ottenuto comunque un risultato rispetto alle precedenti gestioni: è il taglio dei costi. Si è passati dai quasi 7 milioni di euro dell'amministrazione Alemanno, agli oltre 4 milioni di euro dell'amministrazione Marino, ai soli 1.101.629,81 euro spesi quest'anno. «E le percentuali del raffronto con le precedenti consiliature parlano chiaro - spiega su Facebook De Vito - l'84,05% di spese in meno rispetto al totale sostenuto durante il primo anno del sindaco Alemanno e il 72,94% in meno rispetto a Marino». Rimane appunto il peso politico e l'impatto di un consiglio comunale, forte di una maggioranza granitica (se si toglie il caso della scomunicata Cristina Grancio) che è stato costretta a fare le ore piccole più per le crisi politiche che per i lavori dell'Aula.

Da oggi dunque stop, tutti in vacanza: la settimana prossima toccherà anche alla sindaca Virginia Raggi che andrà al mare con il marito e il figlio. Se ne riparlerà lunedì 28. Per quel giorno è in previsione una riunione dei capigruppo per fissare un consiglio straordinario su Atac, concludere la votazione di alcune mozioni e votare l'amministratore unico dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale.