Abusata dal baby-sitter, rimane incinta a 13 anni: la scoperta sette mesi dopo in ospedale. «Non è possibile»

Roma, il 30enne amico di famiglia avrebbe approfittato della ragazzina straniera

Abusata dal baby-sitter, rimane incinta a 13 anni: la scoperta sette mesi dopo in ospedale. «Non è possibile»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 2 Settembre 2023, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 12:12

Quando è arrivata in ospedale aveva dei forti dolori addominali e si è scoperto dopo un’ecografia che era incinta, alla 31esima settimana. Forse per timore, forse per paura o anche solo per vergogna pare abbia detto di non sapere di aspettare un bimbo. Le sue condizioni e quelle del figlio che porta in grembo non sono preoccupanti ma la donna in questione, attualmente ricoverata, ha solo 14 anni ed è rimasta incinta quando ne aveva 13. Quando i sanitari hanno allertato la famiglia, la madre della ragazzina non riusciva a crederci: «Non può essere mia figlia, vi state sbagliando», avrebbe risposto perché in casa nessuno aveva capito, la minore non aveva parlato, nessuno si era accorto che il suo corpo stava cambiando. Può essere credibile? Quale che sia la risposta, quelle importanti sono poi arrivate. La 14enne ha messo in fila i dettagli parlando di rapporti avuti con un connazionale - lei è straniera come i suoi genitori - molto più grande. Un uomo di 30 anni che frequentava la sua abitazione in ragione del fatto che, a volte, faceva il baby-sitter al fratellino più piccolo. La sua è una famiglia come tante: un padre e una madre arrivati da lontano in cerca di un futuro che lavorano per crescere due figli. Non è dunque, questo - almeno apparentemente - un contesto disagiato con genitori macchiati dalla droga e figli abbandonati a se stessi. Ma comunque difficile rispetto a chi non ha mai avuto troppi pensieri a cui trovare soluzioni.

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IL RACCONTO

Al racconto della giovane, che vive in zona Mattia Battistini, è seguita una denuncia per violenza sessuale nei confronti del 30enne.

Gli atti della polizia sono stati trasmessi alla Procura minorile e ora per procedere nei confronti dell’uomo si aspettano gli esiti degli esami. 

Tutto sarebbe iniziato quando la ragazzina aveva ancora 13 anni. Quell’uomo dall’aria rassicurante, arrivato in Italia dallo stesso Paese della sua famiglia, frequentava casa sua. E l’ipotesi investigativa attuale è quella che abbia circuito psicologicamente la minore per poi abusarne. Il 30enne oltre a fare saltuariamente il baby-sitter al fratellino più piccolo svolgerebbe le mansioni di giardiniere per alcuni istituti. La ragazzina per ora non ha aggiunto altro, nei prossimi giorni sarà ascoltata in audizione protetta, le sue condizioni non preoccupano i medici: sia lei che il bimbo stanno bene. Ma questa vicenda accende un faro su quello che sempre più spesso avviene fra quegli ambienti che, più di tutti e più di altri, dovrebbero proteggere i minori. Aggressioni, violenze e maltrattamenti: tanti sono i ragazzini che ne restano vittime. Basta vedere l’indice degli interventi svolti nell’ultimo anno dalle forze dell’ordine per richieste di soccorso. 

I PRECEDENTI

Solo qualche giorno fa gli agenti di polizia del commissariato Tivoli-Guidonia hanno arrestato un uomo di 64 anni che avrebbe abusato di una ragazzina di soli 15 anni iniziando a “circuirla” quando la minore era ancora più piccola. Si tratta di un educatore, in servizio in un istituto della zona, che fino da quando la giovane frequentava le medie l’avrebbe molestata inducendola poi ad avere dei rapporti sessuali. Regali, apprezzamenti, complimenti, attenzioni non dovute né giustificabili si sono fatte largo in quello che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato un vero e chiaro atto manipolatorio. A riprova delle ipotesi, alcuni video e messaggi recuperati nei dispositivi a disposizione del 64enne e nel cellulare della ragazzina. In questo caso è stata la famiglia a sporgere denuncia accorgendosi che qualcosa non andava. Un padre e una madre che si sono rivolti alla polizia. Da qui sono partite le indagini che hanno cristallizzato l’impianto accusatorio. O, quantomeno, lo hanno reso credibile: il gip ha disposto i domiciliari per scongiurare il rischio di reiterazione del reato, non potendo escludere «che l’indagato, proprio in virtù della sua attività lavorativa, abbia avvicinato e/o avvicinerà altri minori, al fine di instaurare con costoro medesimi rapporti illeciti», come si evince dalla lettura del provvedimento restrittivo. 
 

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