Bidello simula la morte del padre per non lavorare con un certificato falso, il tribunale: «Assolto, era evidente»

L'uomo era accusato anche di interruzione di pubblico servizio

Bidello simula la morte del padre per non lavorare con un certificato falso, il tribunale: «Assolto, era evidente»
di Federica Pozzi
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 06:35

Gli era stata offerta una supplenza di cinque giorni presso una scuola. Ma al terzo giorno il bidello ha finto la morte del proprio padre per non andare a lavorare, con tanto di certificato falso con il timbro del Policlinico Gemelli di Roma. Il 52enne romano, denunciato per interruzione di pubblico servizio e falsificazione del documento, è stato assolto ieri dal tribunale di piazzale Clodio. A presentare la querela nei confronti dell'uomo era stata la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo via Trionfale, nel quale era stato chiamato a marzo del 2019 per effettuare cinque giorni di supplenza.

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L'imputato aveva subito accettato l'impiego, ma al terzo giorno di lavoro non si era presentato, comunicando l'improvvisa morte del padre e chiedendo tre giorni di permesso per lutto quindi fino alla fine del periodo lavorativo. Fin qui nulla di strano se non fosse che la dirigente scolastica, trovatasi senza una persona, è stata costretta a consultare di nuovo la graduatoria dei supplenti e si è resa conto che l'uomo proprio quel giorno era stato contattato da un altro istituto e aveva dato la disponibilità per lavorare il giorno seguente. Insospettita da questo strano fatto ha chiesto al bidello il certificato di morte del padre. Il 52enne lo ha inviato dopo qualche giorno: il documento riportava perfino il logo del Policlinico Gemelli di Roma, unico elemento che non destava sospetti sulla sua veridicità a differenza del resto, come ad esempio il fatto che fosse scritto tutto in minuscolo.

LA DIRIGENTE

«Non ci convinceva molto quindi abbiamo contattato l'ospedale per avere chiarimenti e abbiamo avuto la conferma che non fosse stato emesso da loro», ha detto la dirigente scolastica in aula. Di qui la certezza che si trattasse di un falso, quindi la denuncia e la sospensione del pagamento per i due giorni effettivamente lavorati dall'uomo nella scuola.
Prima della sentenza è stato ascoltato anche l'imputato che ha ammesso di aver falsificato il documento che tra le altre cose non riportava il nome vero del padre, ancora vivo. «Ho fatto una cavolata. In quel periodo ho avuto un po' di problemi familiari, fisici, economici tutti insieme, ero fuori fase. All'altra scuola avevo accettato l'impiego ma non ci sono andato. Ripensandoci ora è una cosa assurda. Il certificato l'ho fatto io neanche mi ricordo più come», ha affermato il 52enne.
E rispondendo al perché avesse inventato una storia simile, il bidello si è giustificato: «Pensavo mi avrebbero chiesto comunque di andare al lavoro se dicevo che stavo male, quindi, ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente». Una presa di coscienza così sentita dell'accaduto che sul mancato pagamento della sua prestazione ha sottolineato di non meritarsi «di essere retribuito. Dopo quello che ho fatto non me la sentivo di chiedere anche i soldi».

LA MADRE

Chiamata a testimoniare anche la madre dell'imputato, con la quale in quegli anni conviveva. «Era per lui un periodo proprio brutto. Faceva avanti e indietro tra casa sua e casa mia, la moglie lo trattava male, aveva molti problemi - ha detto la donna davanti al giudice -. Lui è un bravo ragazzo, in quel periodo era come se non fosse lui».
Il pm Giovanni Nostro ha richiesto l'assoluzione per entrambi i capi di imputazione interruzione di pubblico servizio e falsificazione del certificato di morte in quanto, soprattutto per quanto riguarda il documento contraffatto, «l'unica cosa che lo distingue dal falso grossolano è il timbro dell'ospedale, tanto che appena la dirigente scolastica l'ha visto ha nutrito subito dei dubbi». Inoltre l'imputato era incensurato e privo di carichi pendenti. Così il giudice ha confermato l'assoluzione per entrambe le accuse, anche per l'interruzione di pubblico servizio che effettivamente non ha subito variazioni se non quella di far fare un'ora di lavoro in più agli altri operatori scolastici.
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