L'Asd Villa Pamphili otteneva fondi illeciti dallo Stato: denunciati due fratelli. Truffa da 60mila euro

L'Asd Villa Pamphili otteneva fondi illeciti dallo Stato: denunciati due fratelli. Truffa da 60mila euro
di Federica Pozzi
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 17:19

Un'indagine della polizia locale, partita dalla segnalazione di illeciti in materia di smaltimento di rifiuti da parte di un bar all'interno di un'associazione sportiva, ha portato alla luce un reato ben più grave: una vera e propria truffa ai danni dello Stato, commessa per anni da due fratelli di 33 e 31 anni, gestori fino a due mesi fa, dell'Associazione sportiva dilettantistica Villa Pamphili, in via di Vigna Girelli, nel quadrante sud della Capitale. Tramite alterazione dei documenti, dichiarazioni mendaci e, addirittura, l'utilizzo abusivo di timbri di pubblica autenticazione e sigilli notarili, ricevevano fondi pubblici senza averne diritto. Ammonta a circa 60mila euro la somma che i due sono riusciti ad ottenere dallo Stato per l'associazione, pur non avendone diritto. Entrambi sono stati denunciati per truffa in concorso, falso in atto pubblico, contraffazione e altri reati correlati, per i quali dovranno rispondere all'autorità giudiziaria.

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IL CONTROLLO

Era iniziato tutto come un controllo sul territorio per verificare il rispetto delle norme a tutela dell'ambiente. La polizia locale di Roma Capitale aveva avuto alcune segnalazioni secondo le quali il bar all'interno del centro sportivo smaltiva in maniera impropria i rifiuti prodotti. Così gli agenti erano andati a controllare. Le segnalazioni erano fondate e, una volta accertate le irregolarità ed elevate le relative sanzioni nei confronti dei responsabili, gli agenti hanno proseguito con controlli più serrati, che hanno portato alla luce una vera e propria truffa perpetrata ai danni dello Stato. Una prassi comune a seguito di un controllo amministrativo. Infatti, anche se la segnalazione alle autorità parte da un'anomalia specifica, poi seguono tutti gli altri accertamenti che, in questo caso, hanno scoperchiato il cosiddetto vaso di Pandora.

I REATI

È emerso infatti che l'associazione sportiva non solo aveva delle autorizzazioni che non erano in linea con le prescrizioni di legge, ma risultava anche aver percepito erogazioni pubbliche, ossia contributi a fondo perduto, mediante la produzione, presentazione e ripetuto utilizzo di documentazione falsa e dichiarazioni mendaci in atti pubblici, al fine di procurarsi ingiusti profitti. Una prassi che i due titolari dell'associazione mettevano in pratica da anni, probabilmente per accorciare i tempi della burocrazia e, perché no, per evitare ulteriori spese. Così, più le indagini - andate avanti per gran parte del 2023 - si spingevano oltre e più irregolarità emergevano, come ad esempio l'utilizzo abusivo di timbri di pubblica autenticazione e sigilli notarili, al fine di garantire la veridicità del contenuto dei documenti presentati per ottenere le sovvenzioni pubbliche. Sono molteplici le verifiche che gli inquirenti hanno dovuto effettuare, anche con il supporto di notai e legali, per capire la veridicità dei timbri e le modalità in cui le convenzioni erano state ottenute.

LE DENUNCE

Indagini che sono andate avanti per diversi mesi e che hanno portato a prove schiaccianti degli illeciti compiuti - per anni - dai due fratelli di 33 e 31 anni, che avrebbero ottenuto in maniera illecita circa 60mila euro ai danni dello Stato. I due sono quindi stati denunciati per truffa in concorso, falso in atto pubblico, contraffazione e altri reati correlati, per i quali dovranno rispondere all'autorità giudiziaria. Da due mesi ormai, anche a causa delle indagini a loro carico, non hanno più la gestione del centro sportivo di via di Vigna Girelli, che è ora sotto la gestione di un'altra società.
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