LEONESSA CHIUDE LE SCUOLE
Il sindaco di Leonessa ha disposto la chiusura «sine die» delle scuole, in seguito agli scenari ipotizzati dalla Commissione. La Grandi rischi si è riunita due giorni fa, in seguito al terremoto dello scorso 18 gennaio e le valutazioni del gruppo di studiosi non sono per nulla rassicuranti. Non ci sono segnali, infatti, che la sequenza iniziata ad agosto «sia in esaurimento». Anzi, si legge nella relazione finale, sono possibili nuove scosse fino aduna magnitudo 7 in tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso: verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997. Una situazione, ha spiegato oggi Bertolucci, «in evoluzione per cui sarebbe pericolosissimo abbassare la guardia, soprattutto per quanto riguarda scuole e ospedali».
EFFETTO VAJONT
Quanto alle dighe, ha messo in guardia, «nella zona di Campotosto c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è l’effetto Vajont». Un richiamo che fa paura. Successivamente lo scienziato ha precisato che «non c’è un pericolo imminente di un effetto Vajont».
TRANCASSINI ACCUSA
Nelle zone interessate dalle previsioni degli esperti, come si poteva immaginare, si è diffuso il panico. Il sindaco di Leonessa Paolo Trancassini ha deciso con un’ordinanza di chiudere le scuole sin die. «Ho scritto - fa sapere - a tutti, a Gentiloni, a Errani e a Curcio e farò anche esposto alla Procura. Trovo tutta questa cosa paradossale, non posso apprendere da Facebook se ci sono dei rischi».
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