Rieti, nascosti tutti i file dei pc di ogni settore comunale

Hacker
di Giacomo Cavoli
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Martedì 8 Settembre 2020, 01:58

RIETI - In Comune, i file informatici presenti nei computer di ogni singolo settore sono criptati e inaccessibili direttamente dai server principali dell’ente, infettati da un programma che ne impedisce l’uso e per sbloccare i quali Palazzo di Città è stato ricattato con la richiesta di maxi-riscatto di 500 mila euro da pagare in bitcoin, la moneta digitale da versare direttamente ai criminali informatici. Mentre la Polizia Postale indaga a tutto campo, però, a ormai una settimana dall’accaduto (era mercoledì scorso) oltre ai file informatici ad essere crittografate sono tuttavia anche le dichiarazioni del Comune, che in sette giorni non ha mai ufficialmente proferito parola sulle ore di tensione che si vivono a Palazzo di Città per tentare di recuperare migliaia di file, contenenti anche i dati sensibili dei cittadini, ed evitare così di perdere tutto, avendo giustamente scelto di non pagare il maxi-riscatto. Nel frattempo, tanti dipendenti restano a braccia conserte e, considerata la mole di lavoro e di danni prodotti, l’iniziale previsione di riuscire a sistemare tutto entro questa settimana appare sempre più come un buon proposito ormai da scartare.

L’intervista
In una settimana, seppur più volte contattata da Il Messaggero, l’assessore preposto all’Innovazione tecnologica Emiliana Guadagnoli - ultima new entry politica della giunta Cicchetti, dopo le burrascose dimissioni dell’ex Elisa Masotti - non ha mai inteso rilasciare una sola dichiarazione per rappresentare la posizione del Comune.
Così, l’unico che dopo sette giorni si getta nella mischia per provare a tamponare mediaticamente il marasma informatico nel quale affoga Palazzo di Città è il vice sindaco Daniele Sinibaldi: «Non sappiamo se ad agire sia stata una o più persone, è in corso un’indagine della polizia postale e pertanto ci sono alcuni aspetti che sono in fase di essere indagati dagli organi competenti – esordisce Sinibaldi - In Comune si sta cercando di recuperare i dati e ripristinare il più possibile per poter riprendere l’attività che va comunque avanti in forma ordinaria, seppur con le difficoltà e i rallentamenti causati dal fatto che alcuni file non sono consultabili dalla rete. Ci sono invece altri file che erano stati stoccati sul “cloud” (la nuvola, server esterni non gestiti dal Comune, ndr) che si trovavano fuori dalla rete informatica del Comune e quindi erano protetti dall’attacco. Ci vorrà un po’ di tempo, ma la difficoltà ora è capire da dove e come è arrivato l’attacco e quanto in profondità ha colpito il sistema: per fare questo, ci stiamo avvalendo dell’ausilio della società che abbiamo individuato per effettuare un’ispezione del sistema, per capire come proteggere di nuovo tutti i dati e comprendere dove il sistema sia stato danneggiato e dove no». 
Ad essere colpiti però, purtroppo, ci sono anche file contenenti molti dati sensibili dei cittadini. 
«Ci sono dati e dati: molti sono sì sensibili, ma anche dotati di forme di protezione più forti. Il Comune ne gestisce una miriade e questa esperienza ci insegna che il sistema di protezione va innalzato, perché evidentemente non è sufficiente quello che già esiste – prosegue il vicesindaco - Probabilmente sarà un tema da affrontare anche nel prossimo bilancio, dove bisognerà individuare delle società di sicurezza informatica che applichino la protezione dei dati. In questo senso, non credo che per potenziare il Centro di elaborazione dati del Comune sia necessario un aumento del personale ma, bensì, delle tecnologie a disposizione, oltre a doversi dotarsi di un supporto esterno che proponga sistemi di protezione più avanzati». 
Ma un episodio del genere non era comunque nel novero di quello che si immagina possa accadere ad un Comune? 
«Se pensiamo che abbiamo ereditato un Comune che non aveva nemmeno il Pago PA, il Suap digitale, la banda larga e la carta d’identità elettronica, è chiaro che un investimento sul fronte digitale lo stavamo già facendo. Però non si risolve tutto con un paio d’anni di amministrazione ed evidentemente serve andare più veloci di quanto stiamo facendo adesso».

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