Rieti, coronavirus, Amina Chaabane
e il lockdown inglese: «Il mondo
della ristorazione messo in
ginocchio, riapriremo ad agosto»

Amina Chaabane
di Lorenzo Quirini
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 10:50

RIETI - Rieti, nonostante i suoi limiti di piccola cittadina, entra nel cuore di chi la conosce. Ne è una dimostrazione l’affetto che la 19enne Amina Chaabane conserva per la città, anche ora che lavora e studia a Leeds, in Inghilterra. Una seconda vita iniziata nel 2019, dopo la maturità, ed ora condizionata dalla pandemia: Amina è infatti parte di uno dei settori più colpiti dall’emergenza, quello dei ristoratori, come racconta in questa intervista.

Amina, l’approccio dell’Inghilterra all’emergenza è stato diverso rispetto a quello di molti altri Paesi…
«Qui le misure di sicurezza sono state adottate abbastanza tardi, quando i numeri dei casi quotidiani erano già elevati, così io ho deciso di auto isolarmi anche prima dell’effettivo lockdown. Ho contattato il college, dove studio Moda e Tessuti, per informarli che non avrei più frequentato le lezioni in sede e che avrei studiato da casa, uscivo solo per fare la spesa e per andare a lavoro. Poi il 23 marzo è cominciata la quarantena per tutti…».

Un duro colpo soprattutto per chi, come lei, lavora nella ristorazione…
«Sono la manager di un ristorante e chiudere è stato triste: ricordo che la sera prima del lockdown abbiamo lavorato tutta la notte per svuotare i frigoriferi e preparare il locale ai mesi di inattività (sorride con amarezza). La quarantena di per sé è non ha nulla a che vedere con quella portata avanti in Italia: qui si può uscire liberamente per fare attività fisica, la mascherina non è obbligatoria e sono pochi a portarla, a dire la verità. Quando si va a fare la spesa si entra contingentati per avere la possibilità di mantenere la distanza di sicurezza, anche se non tutti la rispettano».

La ripresa però sembra sempre più vicina. Sa già la data di riapertura?
«Per i ristoranti è prevista ad agosto. Per noi sarà molto difficile da affrontare, è un po’ come ricominciare da zero: al momento della chiusura avevamo alle spalle solo 3 mesi di attività. Dovremo stringere i denti, ma ripartiremo più forti di prima, sia noi che le altre piccole imprese, soprattutto grazie alla clientela che ci supporta».

Pensando ancora più in là, crede che la moda potrà fare parte della sua vita?
«Per ora voglio terminare il mio percorso di studi, poi spero di comprarmi una casa qui e cercare qualche piccolo lavoro nel settore della moda, magari da poter fare in contemporanea con l’università. Non ho ancora progetti a lungo termine: non mi piace fare troppi programmi».

Lei sembra molto ambiziosa, ma si sa: “le ali per volare sono importanti tanto quanto le radici”, e parte del suo passato riguarda Rieti…
«A Rieti ho la mia famiglia e molti amici a cui tengo, è la città dove sono cresciuta, anche se negli ultimi anni mi stava un po’ stretta.

Conservo dei ricordi bellissimi di quel posto e non vedo l’ora di tornarci per riabbracciare i miei cari…covid permettendo! (ride)».

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