L'INTERVISTA
Che ricordi ha della prima volta in un campo da calcio?
Ricordo la prima partita con il Settebagni: numero 11 sulle spalle, il primo tempo giocavo sulla fascia destra. Nel secondo, visto che non avevamo portieri, mi hanno messo in porta e da lì in poi non l'ho più lasciata.
Quindi è un portiere a cui piace giocare anche con i piedi...
Si, diciamo di sì, anche se queste qualità sono uscite fuori quando avevo 14 anni.
Quali sono le sue caratteristiche?
Giocare molto avanzato per dare una mano in fase offensiva o anche in quella difensiva su qualche ripartenza veloce, poi direi la reattività e l'esplosività.
E’ un campionato complicato per il Passo Corese, come vive un portiere questi momenti...
Male, perché si sente molto il peso delle responsabilità sulle spalle, ma cerco di stare il più tranquillo possibile.
Nelle ultime due gare avete fatto delle buone prestazioni, pensa che pian piano state uscendo da tunnel?
Penso che con spirito di squadra e dando il massimo in mezzo al campo possiamo fare un buon girone di ritorno.
Cosa significa per un portiere giovane essere allenato da un ex numero 1 come mister Angelucci?
E’ una grande motivazione. Magari prima o poi arriverò a giocare dove è arrivato lui.
Come è stato l'approccio con lui, quali consigli le ha dato?
L'approccio è stato buono. I consigli che mi ha dato sono di stare tranquillo e parlare molto con la squadra perché dalla porta si vede tutto.
Qual è il portiere a cui si ispira sin da bambino?
Nessuno in particolare, anche se il mio preferito era Peruzzi ai tempi della Lazio
Ha un sogno nel cassetto che un giorno vorrobbe si realizzasse?
Sì, arrivare a giocare nel professionismo. Come tutti i ragazzi che giocano a pallone.
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