Sconti al mattatoio di Rieti, la Corte dei conti condanna l'ex sindaco Emili e l'ex dirigente Preite a pagare centomila euro a testa

Sconti al mattatoio di Rieti, la Corte dei conti condanna l'ex sindaco Emili e l'ex dirigente Preite a pagare centomila euro a testa
di Giacomo Cavoli
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Domenica 23 Gennaio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 23:43

RIETI - La terza sezione d’Appello della Corte dei Conti conferma in secondo grado le condanne per l’ex sindaco del Comune di Rieti Giuseppe Emili e per l’ex dirigente del settore Finanziario Antonio Preite, assolvendo invece l’ex dirigente del settore Ambiente Domenico Cricchi, nell’ambito dell’inchiesta sulle tariffe ridotte applicate dal Comune alla società Reale srl di Borgorose per la macellazione del bestiame nel mattatoio comunale di via Emilio Greco. 

Il fatto. La vicenda del mattatoio prese le mosse nel novembre 2015, quando la Procura della Corte dei conti citò in giudizio i tre imputati, dopo che il nucleo di Polizia tributaria della Finanza di Rieti aveva riscontrato che la Reale srl aveva beneficiato di uno sconto per la macellazione di bovini, equini e bufalini, pagando 55 euro per ogni capo di bestiame, anziché degli 80 previsti in base alle tariffe deliberate dal consiglio comunale.

Un danno erariale che la Procura aveva stimato essere di 784 mila euro, riferito all’arco temporale 2009-2014, poi rideterminato dalla Corte dei conti in 250 mila euro, perché riferito al periodo compreso tra giugno 2011 e dicembre 2012, da imputare ad Emili e Preite per 100 mila euro ciascuno e in 50 mila per Cricchi. Accusa che, in primo grado, nel 2018 aveva portato alla condanna di Emili e Preite (difesi dall’avvocato Antonio Perelli del Foro di Rieti) e di Cricchi (legali Andrea Santarelli, Foro di Rieti, e Francesco Falvo D’Urso, Foro di Roma). 

L’appello. Emili e Preite si erano opposti presentando entrambi le stesse motivazioni: tra le principali, che la sentenza di primo grado aveva proceduto a un diverso calcolo del danno, addebitando ai condannati somme ulteriori per mancata fatturazione di servizi aggiuntivi alla mattazione, cifre che però non erano state contestate nell’atto di citazione in giudizio. Secondo i due ex amministratori, non era poi stata presa in considerazione l’azione di recupero dei crediti intrapresa dal Comune nei confronti della società e che il periodo da ritenere valido era, per Emili, quello del giugno-dicembre 2011 e non fino al termine del 2012, perché il mandato dell’ex sindaco era scaduto a giugno 2012. Preite aveva poi in aggiunta sostenuto che, essendo stato sospeso dal servizio nel novembre 2012, non potevano essergli addebitate le fatturazioni erronee relative al novembre e dicembre 2012, con una conseguente decurtazione dell’importo di almeno 25 mila euro. Nella sua difesa, Cricchi ha invece sostenuto che la fatturazione dei servizi di macellazione era a cura del servizio finanziario e che già a partire dal gennaio 2011 aveva segnalato l’insostenibilità della fatturazione a 55 euro per ogni capo animale. 

La segnalazione. Così, a gennaio 2013 era andata a finire che l’ex dirigente del settore Ambiente aveva segnalato al segretario generale del Comune di Rieti l’ipotesi di danno erariale. Tutte azioni che, secondo Cricchi, evidenziavano la marginalità del suo ruolo all’interno della vicenda e l’assenza di una sua colpa grave, elementi che - secondo l’ex dirigente - la sentenza di primo grado non aveva tenuto in considerazione. Da parte dei giudici d’Appello è stata così riconosciuta l’assenza di grave negligenza di Cricchi, assolto da ogni addebito, mentre sono state respinte le motivazioni presentate da Emili e Preite. «E’ una sentenza che mostra delle criticità, e per questo valuteremo l’eventuale ricorso in Cassazione – commenta Perelli – La cifra di 100 mila euro ciascuno che Emili e Preite sono stati condannati a pagare dovrà poi essere rivalutata alla luce di quanto, nel frattempo, il Comune di Rieti è riuscito a recuperare dalla Reale».

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